il commento
Se il Natale arriva sparando: le stragi in Australia e Usa
Perché la violenza ha queste impennate nell’approssimarsi delle celebrazioni di Natale e fine anno? Una risposta non viene da psicologi e sociologi.
Si spara dagli Stati Uniti all’Australia, e i due emisferi vengono ammantati dall’odore acre della cordite. Due giorni fa nel Rhode Island, a Providence, la città natale di Howard Phillips Lovecraft, maestro dell’horror e in questo caso profeta di sventura. Avviene presso la storica Brown University, che ospita circa 10 mila studenti. I colpi sono stati esplosi nelle immediate vicinanze dell’edificio Barus & Holley, sette piani, sede della Facoltà di Ingegneria e il Dipartimento di Fisica. 117 laboratori, 150 uffici, 15 aule e 29 sale riunioni. Il tutto nel secondo giorno degli esami finali del semestre autunnale, perciò gremito prima del ritorno a casa per le festività. Primo bilancio: 2 morti e 9 feriti. L’attentatore è in fuga. Comunicato dell’ateneo: «Questo è un giorno di immenso dolore. Nessun genitore o familiare dovrebbe mai sopportare una giornata come questa». Il presidente Trump: Che cosa terribile. Tutto ciò che possiamo fare ora è pregare per le vittime». E un freno alle leggi che consentono una circolazione troppo facile di armi nel Paese?
Tre mesi fa, episodio analogo alla Utah Valley University, con l’uccisione del discusso attivista ultraconservatore Charlie Kirk. Agli antipodi del pianeta, downunder, come dicono gli americani, in Australia, si apre il fuoco a Bondi Beach, fascinosa spiaggia a est di Sidney, dove si tiene la ricorrenza ebraica dell’Hanukkah o Festa delle Luci, con cui si commemora la durata dell’olio della Menorah dopo la riconquista del Tempio di Gerusalemme e la riconsacrazione dell’altare avvenute nel 164 a.C. In un post sui social media, la polizia del Nuovo Galles del Sud ha avvertito la popolazione di evitare la zona: «Chiunque si trovi sul posto dovrebbe mettersi al riparo». Nel mezzo, un brutale omicidio nelle campagne di San Severo, contrada Casone, dove viene freddamente ucciso all’ingresso della sua proprietà l’agricoltore Gaetano Cicerale. Un omicidio ancora senza movente.
Perché la violenza ha queste impennate nell’approssimarsi delle celebrazioni di Natale e fine anno? Una risposta non viene da psicologi e sociologi. Scrive Bill Vande Water, grande esperto di thriller: «Si suppone che Natale sia il momento della pace, della gioia e dell’amore, quando perfino i concorrenti in affari si stringono la mano, ladruncoli improvvisamente pentiti gettano banconote da dieci dollari tre le offerte per l’Esercito della Salvezza, le famiglie si riuniscono, le vecchie amicizie si riaccendono, e i bambini si comportano come angioletti. Perché guastare scene così calde, nostalgiche, toccanti, con un furto o addirittura con un omicidio? I cinici risponderanno con una sola parola: denaro».
Vale certamente per il più emblematico dei protagonisti natalizi sul versante della letteratura che produce inquietudine: Ebenezer Scrooge. Non che lui uccida qualcuno. Ma neanche il riverbero di bontà che alla vigilia investe tutti e tutto riesce a smuoverlo dalla ferrea disciplina di affarista. Il Canto di Natale incomincia proprio dalla dedizione di Scrooge al denaro. Il cui accumulo è causa della condanna già pronunciata verso la sua anima. E occorrerà la visita di quattro fantasmi a smuoverlo dai suoi consolidati principi. Sulla fiaba natalizia di Charles Dickens è stato scritto moltissimo. Tranne che, forse, il vero obiettivo del monito era se stesso. L’autore che ha incarnato lo spirito, l’essenza e l’estetica dell’Età Vittoriana somigliava a Scrooge più di quanto non lasci trasparire il suo mito. Dickens rovinò l’esistenza dei suoi figli, mancò di rispetto alla consorte tradendola con la cognata e fu la riprova che l’effetto-Natale trova anche personalità refrattarie.
L’equazione feste-violenza torna anche in ben altro rituale collettivo.
A Detroit, il pretesto di Halloween scatena la piromania. Si danno alle fiamme edifici abbandonati. Un autentica angoscia per le forze dell’ordine, che in passato hanno dovuto estinguere più di 500 roghi durante i tre giorni della festività. Nella Dade County della Florida, che comprende Miami, pattuglie di rinforzi vigilano sull’area di Coconut Drive. «In passato la gente si è lasciata prender un po’ troppo la mano» dichiara Angel Calzadilla, portavoce del Miami Police Department. E dire che tanto dilagare di brutalità viene proprio dalle italiche sponde. Nella Roma imperiale vigevano i Baccanali, valvole di sfogo per le masse che degeneravano in anarchia.