L'analisi

Quell’arte geniale di Ceroli e il fascino di una Bari tra nuove visioni e cultura

Gianfranco Dioguardi

La statua rappresenta uno degli artisti più significativi e innovativi della nostra epoca

Bari, passeggiando per corso Vittorio Emanuele, una delle via più significative e importanti della città: dai giardini di Piazza Garibaldi si scende alla ricerca della visione del mare, incontrando invece il teatro Margherita, perfettamente raccontato nella sua intrigante storia da Maria Grazia Porcelli, docente della nostra università.

Si ha il piacere di ammirare la piazza del teatro Piccinni, del Comune, del Governo, e la statua equestre, Cavallo con Gualdrappa di Mario Ceroli - un dono alla città della Banca Popolare di Bari. La statua rappresenta uno degli artisti più significativi e innovativi della nostra epoca.

Erano i favolosi anni Ottanta quando ebbi la fortuna di incontrare personaggi illustri e straordinari quali Elvira Sellerio, Leonardo Sciascia. e appunto Mario Ceroli. Erano i fantastici anni Ottanta del secolo scorso quando, lasciato il clima di guerra del doloroso ricordo dell’assassinio di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse, come accadde per la «dolce vita» romana, reazione alle Fosse Ardeatine e alla fine del grande conflitto bellico con la Germania (si veda Nicola Apollonio, Quando andavo in Via Veneto, 2015). Furono anni caratterizzati da una forte volontà di risveglio civile e di ritorno all’esercizio del sapere.

E Mario Ceroli è riuscito a imbrigliare questa caratteristica attraverso il legno utilizzandolo come materiale per le sue opere, idealizzandolo nelle ombre delle sue figure, reinventando il bello in forme nuove, davvero uniche e rare attraverso l’utilizzo di materiali poveri. In realtà il legno non è materiale povero ma è davvero straordinario perché continua a manifestare la sua natura vivente in rappresentazioni del tutto nuove e singolari. Opere di Ceroli realizzate e molte conservate in una sua grande villa monastero alle porte di Roma dove si vive una atmosfera da bottega atelier rinascimentale, trionfo dell’arte e della bellezza.

Visitavo questo straordinario luogo accolto e guidato dallo stesso Ceroli con un suo squisito assistente – Loreto - che con il Maestro ci illustrava le opere. Rimanevo stupefatto dalla presenza costante leonardesca con il suo Uomo Vitruviano accanto a inquietanti interpretazioni della Grande Cina oggi ancora più di allora attuali.

Discutevo con Mario del senso rinascimentale della sua opera e della mia interpretazione sulla solitudine presente nei celebri antichi quadri delle città ideali. Dopo qualche giorno, come magia, mi furono recapitate da Ceroli due sue splendide interpretazioni di quei quadri, nei quali la solitudine nella città era rotta non dall’essere umano bensì da cavalli trionfanti, quei cavalli molto amati dall’artista che li immortalerà anche in grandi sculture, una delle quali donata alla città di Bari.

Due di quei quadri oggi fan parte di una mia piccola collezione che allieta la casa dove abito insieme con l’ombra di un essere umano, la farfalla e le spighe di grano con i fiori, altre opere dell’artista simbolo della sua gentilezza d’animo, l’arcobaleno rincorso da un bimbo e ancora uno splendido quadro dal nome emblematico – Squilibrio 1980 – che fra l’altro mi è servito come magnifica copertina per presentare un mio libro Verso un mondo nuovo – per una autobiografia intellettuale (Progedit, Bari 2023).

Con Ceroli ho vissuto anche esperienze imprenditoriali uniche. Con la impresa di costruzioni ormai diventata manageriale, fortemente innovativa con sedi in Italia e all’estero ero stato chiamato a realizzare due straordinarie opere a Roma e a Napoli su progetto dell’architetto Pier Luigi Spadolini. Nella capitale, in località Torre Bella Monaca, una splendida chiesa inaugurata nel 1987 da Papa Woitjla, nella quale Ceroli ha proposto gli arredi interni fra i quali primeggia uno straordinario Crocefisso ligneo. A Napoli, nel centro direzionale ancora una chiesa dedicata a San Carlo Borromeo che presenta stupendi arredi interni del grande artista.

La sua presenza è rimasta vivissima nel mio quotidiano. Infatti, ogni giorno quando, in casa, mi reco nella stanza adibita alla conservazione dei miei libri incontro una meravigliosa statua- mia immagine in legno che mi rappresenta mentre salgo tre gradini: è un suo prezioso regalo del 1988 in occasione dei miei 50 anni dal titolo Verso la biblioteca. Questa splendida scultura non mi ha più abbandonato da Bari a Milano, nei trionfi e nei disastri, è rimasta sempre con me consentendomi un dialogo-monologo con Mario mai interrotto. Di Ceroli avevo anche un’altra meravigliosa scultura mappamondo con raffigurato all’interno l’uomo di Leonardo a me molto cara che mi faceva compagnia nella mia casa di Bari. Quando mi sono trasferito a Milano ho regalato questo stupendo esempio d’arte innovativa al Rettorato del Politecnico di Bari dove ho insegnato per 38 anni e dove è stata realizzata una Polilbrary per conservare i libri della mia Fondazione ceduti in comodato gratuito.

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