L'analisi
Cina, Usa e Taiwan: una questione di democrazia
A distanza di oltre due anni (dall’agosto 2022), la Cina comunista, dopo un lungo tergiversare, è ritornata a fare la voce grossa con l’Occidente circa l’appartenenza di Formosa al territorio cinese
A distanza di oltre due anni (dall’agosto 2022), la Cina comunista, dopo un lungo tergiversare, è ritornata a fare la voce grossa con l’Occidente circa l’appartenenza di Formosa al territorio cinese, circondando plasticamente l’isola con una serie di navi di propria appartenenza. Questa aggressività ha portato a un aumento delle tensioni nella regione, con esercitazioni militari sempre più frequenti da parte di Pechino.
Immediatamente, il presidente uscente Usa, Joe Biden, ha inviato navi americane a fare da contrappunto a questa manifestazione di forza della Cina. Nel contesto attuale, è importante notare come gli Stati Uniti stiano intensificando la loro presenza militare nel Pacifico, collaborando con alleati come Giappone, Australia e India in esercitazioni congiunte per garantire la sicurezza della regione.
L’avevamo detto nell’agosto 2022: gli USA non lasceranno mai Formosa, non per un semplicistico braccio di ferro, ma per una visione democratica della gestione della cosa pubblica. La libertà e la democrazia sono fondanti per gli Usa, a differenza del monolitismo dittatoriale (dittatura del proletariato con il partito unico comunista). Formosa è vista come un faro di democrazia e sviluppo democratico internazionale nella dinamica mondiale dei rapporti e della proiezione che l’America ha nel contesto planetario.
In questo, gli Usa con l’Europa rappresentano una certezza da cui nessuno può prescindere. Va detto che la Cina comunista di Xi Jinping si è decisamente allontanata dal processo evolutivo che Deng Xiaoping aveva innestato alla morte di Mao Zedong, suscitando simpatie da parte degli americani. Con la gestione di Xi, il tutto è ritornato in discussione, per cui quella di Formosa non è una semplice questione tipo Hong Kong e Macao.
Un elemento interessante è il crescente sostegno a Taiwan non solo da parte degli Stati Uniti, ma anche da altre potenze globali. Recentemente, nazioni come il Regno Unito e l’Australia hanno espresso il loro sostegno per l’autonomia di Taiwan, mentre l’Unione Europea ha iniziato a considerare politiche più assertive verso Pechino.
Tuttavia, il contesto geopolitico è complesso. Le relazioni tra Cina e Stati Uniti sono ulteriormente complicate dalla guerra in Ucraina, dove la Cina sta osservando attentamente come l’Occidente reagisce e gestisce le proprie alleanze. La Cina di Xi non deve pensare che il braccio di ferro tra Occidente e Russia in ordine alla guerra in Ucraina possa costituire un momento di debolezza degli Stati Uniti; al contrario, l’Occidente ha risorse e dinamiche abbondanti per fronteggiare tutti gli eventi.
Recentemente, si è anche parlato di una possibile riunificazione pacifica tra Taiwan e Cina, ma esperti e analisti avvertono che questa visione è per ora utopica, data la crescente militarizzazione della regione e il forte sentimento di identità taiwanese.
In conclusione, i prossimi tempi ci diranno molto riguardo a come evolverà questa situazione. La democrazia ha bisogno di tempo per svilupparsi, e se la Cina non ritorna ad alimentare aspetti democratici di convivenza e accettazione, gli Usa non possono, in modo semplicistico, accettare la logica del partito comunista cinese.
Va detto che nel 1991 il presidente Clinton, in uno storico viaggio, si recò in Cina per alcuni giorni e poi si recò a Taiwan, lì dove avviò un processo di democratizzazione ampio nell’isola attraverso libere elezioni, favorendo il pluralismo dei partiti e promuovendo una nuova classe dirigente. Da allora, Taiwan è cresciuta notevolmente ed oggi è una vera e propria società fondata sulla libertà e sulla democrazia. Tutto ciò costituisce un dato irreversibile e basilare nel nuovo sviluppo democratico dell’isola, per cui è riduttivo il discorso geografico che la Cina di Xi Jinping pone. Il tutto, invece, è più complesso e foriero di ampio sviluppo democratico.