la riflessione
Alberobello, trulli e rivoluzione imprenditoriale
La vera emancipazione consociativa di Alberobello decorre dal secondo dopoguerra ed è partita non da inerzia di fatti e neppure da casualità e da anonimia
La vera emancipazione consociativa di Alberobello decorre dal secondo dopoguerra ed è partita non da inerzia di fatti e neppure da casualità e da anonimia. Lo sviluppo e le mutazioni non riferibili a leggi naturali, sostanzialmente derivanti da scelte libere e ben ragionate, hanno sempre una precisa riferibilità umano- personale. Gli intuitori, i programmatori e i realizzatori sono sempre persone umane.
Restando nella vicenda alberobellese, diverse e appropriate sono le persone che si sono occupate con ingegno e con efficacia dello sviluppo moderno della Capitale dei trulli. I trulli infatti sono qui segno visibile della curiosa attenzione generale. In questo sostanziale ottantennio è sempre più cresciuta la curiosità cognitiva del sito fino a diventare davvero di portata mondiale. Però, se non ci fossero state le lievitazioni imprenditoriali, morali, amministrative e culturali partite dal ’45 e decisamente riferite a questa comunità territoriale, oggi saremmo tutti visitatori di materialità pregresse senza effettiva interlocuzione con un vissuto continuato e progredito. Alberobello non sarebbe una significativa esperienza di vita consociata in piena connessione col fascino abitativo di accattivanti coni di pietra. Il valore binominale di Alberobello, trulli e popolo, lo aveva riscontrato e autorevolmente significato nei primi anni ottanta Franco Ferrarotti, aquila della sociologia mondiale, da me invitato e accolto in questa terra. Fu lui a intuire la realtà dei trulli viventi. Il trullo ormai e definitivamente sede simbiotica di persone, di famiglie, di vita ragionata e pregata.
Questo insieme costituiva e continua a costituire la promettente dignità di Alberobello che così supera la secchezza della sua dimensione pietrosa e diventa scelta di civiltà proprio per effetto della strategica partenza ubicata nel prefato secondo dopoguerra. In siffatta comunità si poté così transitare dalla ruralità passiva, quasi istintiva ed autoconservativa, ad una nuova agricoltura d'iniziativa, di proposta, di azione progettata. Il trullo non fu considerato più come casa minore, rifugio dei servi della gleba, precariato abitativo in attesa di fortuna.
Ferrarotti ha letto questa dignità ubicativa e ha voluto essere prefatore di un mio libro sull'umanesimo della pietra di Alberobello. La maturazione riconosciuta da Franco Ferrarotti era partita un po’ di anni prima dall'azione articolata dal geniale Pietro Tauro. Un alberobellese nato negli Stati Uniti (in New Jersey) il 22 ottobre 1924 e a sette anni venuto fra i trulli. Qui studiò e a Bari si laureò in economia e commercio. Immediatamente entrò in azione.
Fondò subito la Cooperativa di Comunità Libertà e poi subito, nel 1948, a 24 anni, fondò l’Oleificio Sociale e, ancora, pochissimo dopo la Cantina Sociale. Fu una effettiva rivoluzione economica e territoriale. Si passò, allora, dal privatismo imprenditivo alla consociazione e alla strutturazione di un mercato non più arbitrario e casuale, invece corresponsabile e competitivo. Nei fatti furono garantite convenienza, competenza e correttezza di operazioni e di obiettivi. E non si trattò di annunci programmatici ma di scelte funzionali al punto che quelle istituzioni sono esemplari, operative e competitive pienamente a tutt'oggi. Settantasei anni di coerenza qualitativa e commerciale per Oleificio e Cantina non sono occasioni, ma sistema, trionfo della serietà intelligente! Come se non bastasse, Pietro Tauro fu nel 1952 socio fondatore della Cassa Rurale ed Artigiana di Alberobello e anch’essa, attuale BCC di Alberobello, Sammichele e Monopoli, è forza primaria di promozione e crescita economica e commerciale a livello interregionale di Puglia e di Basilicata.
Degli altri livelli emancipativi raggiunti da Alberobello, bene Unesco da 1996, ci si occuperà doverosamente presto e bene, mirando sempre alla storicità e all’essenzialità significativa.