L'analisi

Vendola e le vacanze dei big di destra in Puglia: che male c’è?

Biagio Marzo

«Vengono in una terra ospitale, curiosa, innovativa, capace di resistere all’onda nera del razzismo e della xenofobia: là premier e il suo sodale rendono involontariamente omaggio al lavoro straordinario del centrosinistra»

Ho sempre stimato il modo di fare politica di Nichi Vendola, uno stile in cui non manca mai la vena poetica, talvolta, predominata dal lirismo. Nonché attore, interpretando se stesso, nel film Tolo Tolo di Checco Zalone.

Unico nel suo genere, politicamente parlando. E poi, caustico mai volgare, diciamo che è il suo modus vivendi di rapportarsi con gli avversari. Polemista al vetriolo, nel solco della politica, mai andando fuori di questa. Nel breviloquio politico, mai violento, ma ideologicamente radicale, assolutamente sì. Talché, Vendola non si è fatto attendere e ha sfoderato la sua vis polemica, per le ferie estive di Giorgia Meloni nel nord del Salento e di Matteo Salvini nel sud Salento. Tra l’altro, non è un fatto inedito, i presidenti Romano Prodi e Massimo D’Alema e il professor Rocco Buttiglione andavano e vanno in vacanza a Gallipoli, la «Capalbio della Puglia», così come PierFerdinando Casini a Otranto, per non parlare del medesimo, Nichi Vendola, la cui conoscenza del Salento non può essere eguagliata ad alcuno.

Per dire soltanto alcuni politici che sceglievano e scelgono il Salento come loro meta turistica. Tuttavia, le argomentazioni vendoliane al calor bianco le riprenderemo nei prossimi capoversi. Si dice che dal dire al fare c’è di mezzo il mare, ma per Vendola non c’è mai stato di mezzo il mare. Per lui, il dire e il fare sono un binomio indissolubile. Non a caso, il suo referente hegeliano: teoria e prassi applicato non sola in politica, ma anche nel governare. Quando da presidente ha governato dal 2005 al 2015, meravigliò moltissimo - visto che il personaggio era un professionista della politica - per l’impegno messo in campo per cambiare il volto alla Puglia. Cui fece un lancio innovativo di comunicazione e di marketing, collocandola, in una visione inedita di com’è, realmente, senza retorica, immettendola nel circuito del turismo nazionale e internazionale. Baresità coniugata con Salentinità, un’operazione perfetta sotto tutti gli aspetti. Come mettere insieme, da un lato, Lino Banfi e Checco Zalone, dall’altro, Vittorio Bodini e Carmelo Bene. Due maschere comiche diverse tra loro dal punto di vista della baresità e un poeta e un attore di teatro cantori della Salentinità: dalla Luna dei Borboni agli 800 martiri di Otranto della Nostra Signora dei Turchi.

La Puglia, altresì, ebbe una notevole spinta culturale, con le sue Università e con le sue case editrici, con la sua stampa, con la sua intellighenzia, ma anche quella creativa e spensierata cinematografara di Apulia Film Commission, costituita grazie a Nichi Vendola, che ha fatto conoscere al mondo alcune bellezze di beni culturali e dei borghi sconosciuti, fino ad allora. Di qui, «Puglia felix» e speriamo che resti così e non scadi economicamente e politicamente, nella faziosità e nel populismo massimalista anticamera della «Puglia infelix».

Un fulmine al ciel sereno, il caso dl Carlotta Nonnis Marzano, nominata assessora al Comune di Bari, in quota «Europa verde», nella giunta Leccese e dimessasi a tamburo battente, per la volgarità e per la violenza delle espressioni usate nei confronti del mondo intero. Il che non è un esempio di buona politica e ciò fa presagire tempi bui.

I vantaggi maggiori della politica di Nichi Vendola li ha portati a casa: il Salento, le cui bellezze paesaggistiche e storico - culturali, tra due mari, meritavano di essere scoperte, facendo di queste un forte polo di attrazione turistico. Meriti su meriti vanno al nostro Nichi, i cui occhi vigili non si stancano mai di guardare i sommovimenti, i fatti e misfatti della sua Puglia. Siccome ha lasciato il Parlamento, in molti pensano che abbia lasciato per strada la politica. Non è così, è presiedente di Sinistra italiana e nelle ultime elezioni comunali di Bari si è speso moltissimo, nel ricercare l’unità tra le diverse anime del centrosinistra.

Fatto e finito: la politica è il suo «primo amore e non si scorda mai», per recitare il verso di una canzone d’antan. A ben vedere, Vendola ha ragione da vendere, quando maledice i nostri «tempi sospesi tra riccanza e cafonal», oltretutto, sono portatori di degrado, di incuria, di inciviltà e di incultura, di scostumatezza.

Il turismo di massa, in località turistiche di mare, non attrezzate all’accoglienza, procura danni e guasti enormi al territorio, all’ecosistema e agli abitanti. In più, dà luogo a speculazioni e all’abusivismo. A Gallipoli, si pratica, da parte di locatori di case, nei confronti dei turisti, un assalto alla diligenza. Garage affittati per abitazione nonché «case pollaio» a prezzi eccessivamente alti. Casi rari, ma che si ripetono stagione per stagione.

E qui casca l’asino! Non si tratta di colpevolizzare gli amministratori comunali, ma non bisogna nemmeno assolverli del tutto, in special modo, quando sono negligenti e degli incapaci. Insomma, dovrebbero essere forniti di una sorta di cultura della gestione della cosa pubblica, per meglio salvaguardare il bene comune. Meglio che non facciano nulla, altrimenti possono imbattersi tra il male e il peggio, aggravando la situazione. Pertanto, un processo involutivo del settore turistico preoccupa Vendola quanto noi. Detto questo, mi permetto di dissentire con lui, non me ne voglia, per le vacanze a Ceglie Messapica, di Giorgia Meloni, e nel deep south del Salento, di Matteo Salvini. C’è stata una calata di ministri, politici, attori e cantanti, tra cui la maltese presidente del consiglio europeo, Roberta Metsola, di cui non possiamo non apprezzare la loro scelta di villeggiare, in Puglia. Lo charme della Puglia porta turismo, d’altronde, è anche una terra ricercata e piacevole ritrovo di gourmet.

A Nichi, i soggiorni della Presidente del consiglio, per un verso, e quello del leader della Lega, per un altro, non sono di gradimento. A ben pensarci, non so quanto sia valsa la pena dichiarare: «Vengono in una terra ospitale, curiosa, innovativa, capace di resistere all’onda nera del razzismo e della xenofobia: là premier e il suo sodale rendono involontariamente omaggio al lavoro straordinario del centrosinistra». Era proprio necessario che il leader della sinistra dura e pura abbia dato un così ideologico benvenuto al soggiorno, in Puglia, della Meloni e di Salvini? Comunque, i due avversari politici, che possano piacere o no, fin quando gli italiani li voteranno, sono il Presidente del consiglio e il Vice presidente del consiglio. Dovrebbe prendersela, invece, con gli elettori e non con loro che sono i beneficiati. Dispiace che la dichiarazione di Vendola sia stata presa da alcuni organi di stampa, come una sorta di maramaldeggiare, il che non sta nelle sue corde, tuttavia, la Puglia non è una specie di club inglese riservato ai soci di uno schieramento e non dell’altro e viceversa. La cultura di «Xenia», lasciata dalla tradizione della Magna Grecia, è ancora viva e sacra, in Puglia.

Privacy Policy Cookie Policy