il commento
Far West Puglia, un’epopea criminale stile «Mad Max»
L’assalto spettacolare, cinematografico, al furgone portavalori sulla Brindisi-Lecce torna a evocare un accostamento mediatico non apprezzato nella percezione locale: il far west pugliese
L’assalto spettacolare, cinematografico, al furgone portavalori sulla Brindisi-Lecce torna a evocare un accostamento mediatico niente affatto apprezzato nella percezione locale: il far west pugliese. Si verifica periodicamente, sulla scia di una cronaca che comunque non fa mancare di concreto supporto il paragone. Un precedente il 25 settembre dello scorso anno. Ci provano in due, incappucciati, a Bari. Giungono a bordo di un’Honda Sh in via Bruno Bozzi e minacciano con armi giocattolo i vigilantes. Il potenziale bottino consisterebbe in 350mila Euro. Ma c’è una squadra di Falchi della squadra mobile e la coppia di rapinatori viene fermata dopo un breve inseguimento.
Venerdì, 7 luglio 2023, quasi un anno fa esatto, lo scenario si sposta sull’A14, lungo il tratto compreso fra Pescara Ovest e Pescara Nord. È il primo fine settimana di spostamenti per le vacanze. In sette bloccano un veicolo di trasporto valori, armi alla mano, e impongono alla scorta di scendere e consegnare i 30 mila Euro che si trovano a bordo. I vigilantes rifiutano, i banditi rispondono con sostanze chimiche volte a sciogliere le serrature e spari. Dalle auto di passaggio arriva una telefonata al 113 e sopraggiungono pattuglie della polizia, con un elicottero. Una guardia giurata in transito sulla carreggiata opposta interviene per dare manforte ai colleghi e riceve due proiettili ad altezza d’uomo. Dopodiché gli assalitori danno fuoco ad alcune vetture per coprirsi la fuga.
Malgrado la latitudine abruzzese dell’evento, le indagini portano ben presto su una pista pugliese.
Collaterale alle imprese nefaste dei rapinatori sull’asfalto, l’epopea criminale dei contrabbandieri pugliesi è stata paragonata a quella di Mad Max. I blindati in corsa su strade dissestate e riarse dal sole mediterraneo del terzo millennio hanno evocato lo scenario dell’Australia post-apocalittica inventata dal regista George Miller. Anche qui l’Occidente della civiltà ha perduto una guerra, contro se stesso. Il degrado non scaturisce da un conflitto di proporzioni planetarie, ma dall’estinzione di identità e valori per esigenze monetariste. Gli emuli pugliesi di Mad Max sono parodie tragicomiche di un futuro in cui il crimine, il teppismo e la maleducazione convivono con Internet e le nuove tecnologie. Cibersottosviluppo.
Altra modalità criminale coniata direttamente dal far west è la rapina di treni. «Il paesaggio si è messo in movimento» scriveva Victor Hugo dopo uno dei primi viaggi in treno della Storia, capovolgendo la prospettiva cinetica dello sguardo dal finestrino. Come se quest’ultimo divenisse un precursore del riquadro televisivo oltre il quale sfuggiva un vertiginoso programma unico, fatto di striature colorate. Oggi, quello stesso paesaggio si è ulteriormente velocizzato, e promette di seguitare in crescendo a rappresentare una realtà ormai inafferrabile, neuronica come i circuiti computerizzati. Aprendo anche nuovi squarci criminali. Si prenda la rapina avvenuta nel gennaio 2021 sulla linea ferroviaria per Foggia, presso la stazione di Rignano Garganico. Obiettivo, un convoglio merci che trasportava un carico di sigarette da Falconara a Bari.
La pratica delle grandi rapine e della deriva criminale sulle infrastrutture di comunicazione sembra attraversare le epoche senza cedimenti ai differenti assetti storici. Soprattutto oggi, con l’incombere della crisi permanente, i beni preziosi sono sempre più esposti alle mire di gruppi criminali.
In realtà, le distanze temporali e geografiche sono immense e il folklore del fuorilegge ottocentesco si perde fra le ragioni spietate della delinquenza contemporanea, lungo una frontiera estremamente diversa da quella dell’ovest selvaggio. Qui, semmai, bisogna parlare di far east, la prima linea di una cortina infranta, sulla quale agiscono con impudente ripetitività su un territorio dove non si agisce per fame o pura cupidigia come negli Stati Uniti del XIX secolo, bensì per business criminale, erodendo spazi di manovra alle attività lecite.