L'analisi

Il caso Visconti: un allarme per il futuro

Fernanda Fraioli

Giuridicamente non è uno stupro. La Cassazione ha dato altre coordinate per inquadrare questo tipo di reato che si configura in due tempi: la costrizione violenta o intimidatoria e l’atto materiale della congiunzione carnale

Giuridicamente non è uno stupro. La Cassazione ha dato altre coordinate per inquadrare questo tipo di reato che si configura in due tempi: la costrizione violenta o intimidatoria e l’atto materiale della congiunzione carnale.

Il reato che hanno commesso gli studenti del liceo Visconti di Roma, invece, giuridicamente si definisce in altro modo. Eppure, di fatto, cos’altro può essere l’affissione nell’androne della scuola visibile a tutti di una «lista delle conquiste» con i nomi delle trenta compagne con cui hanno avuto relazione intime, professandosi «conquistatori» delle studentesse? Sicuramente un gesto, a dir poco, sessista e odioso nei confronti di ragazze che hanno avuto l’ardire di assecondare volontariamente delle proprie pulsioni - ma non possiamo escludere addirittura i propri sentimenti - in episodi che non dovevano essere condivisi, se non volontariamente e solo con l’amica del cuore. Eppure, loro ne hanno fatto scempio.

Passi, anche se non condivisibile, lo spregio degli eventuali sentimenti delle ragazze coinvolte, se presenti. Ma il pubblico ludibrio, proprio no. Eppure, ora si dichiarano pentiti, hanno chiesto scusa, ammettendo le loro colpe.

La Preside, nell’immediato, si è espressa soltanto dicendo che è un gesto sessista e spregevole. E poi? La palla poi è passata al Consiglio di Istituto per trovare la giusta sanzione per questi «conquistadores» della generazione Z che si è sostanziata in un banale 6 in condotta che comunque consente loro di sostenere ugualmente l’esame di maturità (che nella sostanza equivale a nessuna pena) e 7 giorni di sospensione da svolgere con il telefono rosa a scuola (anche questo nella sostanza, equivale a nessuna pena).

Nessuno di noi vuole essere forcaiolo, ma che l’esecrabile episodio di socialità venga così svilito non giova, di certo, ad evitare che episodi simili e ben più gravi della medesima tipologia abbiano a verificarsi in futuro. Stiamo parlando di maturandi, ovvero di ragazzi che si affacciano al modo adulto con un bagaglio culturale che non corrisponde alla loro età anagrafica.

Erroneamente si ritiene che l’aver raggiunto la maggiore età o una media alta nelle materie curriculari sia indice di maturità, limitando la valutazione del voto di condotta agli atteggiamenti tenuti in classe, bypassando enormemente le capacità relazionali. Ora il riferimento è ad un preciso articolo del Regolamento di disciplina degli studenti di quel liceo, il quale prevede per reati che violano la dignità ed il rispetto della persona sia sancita la sanzione della sospensione per un periodo di due settimane.

A preoccupare maggiormente è che alle porte della generazione Z abbiamo quella che la segue, dall’inquietante nome. E, se la psicologia ci viene in soccorso spiegandoci che il maschio Alfa è quello sicuro di sé, indipendente e con spiccate qualità di leadership, altrettanto vero è che questa figura, come tutte le medaglie, ha il suo rovescio. Nel regno animale si individua il membro dominate di un gruppo che spesso può avere un comportamento aggressivo e per la capacità di accoppiarsi con più femmine della specie, con buona pace di tutto ciò che di buono, nei rapporti interpersonali, è riuscito a creare l’uomo.

C’è da confidare soltanto nel fatto che in psicologia il termine è usato per indicare un individuo che possiede tratti della personalità ben distintivi e non necessariamente da usare per dominare fisicamente gli altri perché con le premesse di soli 15 o 7 giorni di attività di volontariato, non c’è da stare tranquilli come tradizione di cui far tesoro e da portare avanti.

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