Il commento

Quattro temi per il Pd: anche a Bari serve agire, non discutere

Promessa democratica - area cuperlo

Serve subito la nuova segreteria provinciale, le riunioni degli organismi dirigenti provinciale e cittadino (a Bari città, per fortuna già ci si muove) per varare al più presto un programma operativo, servono circoli aperti e attivi in tutti i comuni

Le vittorie di variegate «coalizioni civiche», celebrate in imbarazzanti fotografie che mettono insieme il presidente Emiliano, esponenti della maggioranza regionale e parlamentari e dirigenti di partiti che sostengono il governo Meloni e tutti i suoi provvedimenti, non sono e non possono essere spacciate per vittorie del centrosinistra né tantomeno del Partito Democratico.

È una consapevolezza che dovrebbe al più presto imporsi, visto che tra un anno circa il Pd dovrà affrontare elezioni nelle quali è in gioco l’asse politico che reggerà l’Europa nei prossimi anni e, insieme, in una campagna elettorale strettamente intrecciata, un’amministrazione chiave come quella di Bari (il cui sindaco, ricordiamolo, è anche sindaco metropolitano, riguarda cioè tutti gli altri 40 comuni dell’area metropolitana). Al centro dell’attività del Partito Democratico a Bari e nella sua area metropolitana dovranno esserci dunque i grandi temi internazionali (l’Europa agente di pace e baluardo di democrazia e diritto contro gli autoritarismi che la attaccano dall’esterno e dall’interno) e la declinazione locale delle grandi emergenze nazionali.

Ne indichiamo quattro: la sanità pubblica, che il governo lascia colpevolmente collassare privandola delle risorse necessarie ad evitare l’esodo di medici, infermieri e operatori con una riduzione dei servizi essenziali; il progetto di autonomia differenziata che condanna il Sud ad una drammatica marginalità; l’emergenza abitativa che colpisce lavoratori, studenti e precari, aggredendo le loro disponibilità economiche, condannandoli al pendolarismo o a vivere in case inadeguate; l’emergenza ambientale innescata dal cambiamento climatico che insiste su territori fragili e interessati dal dissesto idrogeologico.

È su questi grandi temi che si misurerà la collocazione dei sindaci per i quali Emiliano canta vittoria: cosa faranno, cosa diranno su sanità, autonomia differenziata, casa, ambiente (temi non «nazionali» o «astratti» ma che riguardano direttamente i cittadini dei comuni dove ha vinto «la coalizione della Puglia»)? Ed è su questi stessi grandi temi che si giocherà la possibilità di ricostruire sui territori la presenza e il ruolo del Pd, pesantemente umiliato in queste elezioni in Terra di Bari.

È a partire dai temi che dobbiamo puntare a definire una sorta di patto, un manifesto di un’alleanza di centrosinistra, un’area stabile, unita dalla volontà di creare nei comuni, intorno ai governi locali una vera alternativa al governo Meloni, con un processo simile a quello che unì nella società italiana e nel Parlamento le opposizioni al governo Berlusconi nel progetto politico dell’Ulivo.

Altrimenti ci si continuerà ad avvitare nel gioco dei nomi (dei candidati) e in quello delle geometrie politiche (Conte sì, Renzi no o forse sì, campo stretto o campo largo, anzi larghissimo sino a comprendere deputati leghisti e dirigenti postfascisti), foglie di fico dietro le quali passerà il concreto esercizio del potere dei «civici» che governano pacchetti di voti e dei capataz del «vecchio» Pd ben lieti di contrattare con loro i propri destini personali.

E allora: serve subito la nuova segreteria provinciale, servono subito le riunioni degli organismi dirigenti provinciale e cittadino (a Bari città, per fortuna già ci si muove) per varare al più presto un programma operativo, servono circoli aperti e attivi in tutti i comuni, in tutti i quartieri della città. E serve subito la convocazione di un tavolo delle forze politiche che si riconoscono con coerenza nella politica e nei valori del centrosinistra e che si allarghi quanto prima all’associazionismo e alla società civile. Promessa Democratica, l’area politica culturale nata intorno alla candidatura di Gianni Cuperlo a segretario nazionale del Pd, lavorerà per questo.

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