Il pensiero
Dalla «Vlora» a «Humanity 1» Bari è la città che vive con le braccia sempre aperte
Neanche la pandemia da Coronavirus ha indurito il cuore dei baresi. Nell’ottobre 2020 attracca in porto il traghetto Rhapsody con 850 migranti a bordo
«Sono persone, persone disperate. Non possono essere rispedite indietro, noi siamo la loro unica speranza». Non sono parole pronunciate ieri in occasione dello sbarco dei migranti a bordo della Humanity 1, ma, vista l’evidente attualità, è come se lo fossero state. A pronunciarle, in un tempo lontano, che da qui sembra quasi sbiadito se non in bianco nero, fu l’allora sindaco di Bari Enrico Dalfino.
Davanti a lui, correva l’anno 1991, la nave Vlora con a bordo 20mila albanesi disperati in cerca di quello che Dalfino mise a fuoco: speranza. E non è un caso che, oggi come allora, l’avamposto dell’«accoglienza» sia stato ancora una volta il porto, parola che deriva dal latino e che significa «entrata, passaggio». Proseguiamo sul filo delle parole. Prendiamo quelle pronunciate ieri da don Franco Lanzolla: «Siamo la carità nel porto, disponibili a dare un sostegno. Siamo qui con le braccia aperte». Speranza, Accoglienza, Carità. Tutto torna.
E allora, stop, rewind. Riavvolgiamo il nastro della solidarietà barese verso chi abbandona il proprio Paese nella speranza di una vita migliore, per scoprire come Bari sia abituata non da oggi a tenere, appunto, le «braccia aperte».
Vlora, agosto 1991. A bordo uomini, donne e tanti bambini divenuti poi uomini e che proprio qui hanno messo su la loro casa. Da un lato la loro tenacia e laboriosità, dall’altro un’intera città che si dimostra, appunto, solidale. Accogliente.
Riprendiamo ancora la macchina del tempo. Viaggiamo sino al maggio 2017 quando in porto sbarca Peluso, nave della Guardia Costiera dirottata dalla Sicilia per questioni di sicurezza legate al G7 che in quei giorni era in programma a Taormina. A bordo 248 migranti provenienti da diversi paesi africani. Anche per loro, non a parole ma gesti concreti con una vera e propria corsa dei baresi per donare indumenti, alimenti e beni di prima necessità. Un film che si ripete più volte quella estate con altri sbarchi di navi e altri migranti ancora.
Neanche la pandemia da Coronavirus ha indurito il cuore dei baresi. Nell’ottobre 2020 attracca in porto il traghetto Rhapsody con 850 migranti a bordo. Sono in prevalenza nordafricani, tunisini, marocchini ed egiziani, oltre a cittadini di Bangladesh e Pakistan. Si tratta in realtà di uno scalo tecnico, la metà delle persone a bordo sbarca per essere smistata in diversi centri di accoglienza, mentre gli altri ripartono dopo i controlli sanitari e di sicurezza.
Solidarietà, calore, accoglienza si manifestano anche in occasione di disastri del mare. Norman Atlantic, notte tra il 27 e il 28 dicembre 2014. Con il mare in tempesta a largo delle coste albanesi, divampa un rogo. Muoiono 31 persone, 64 i passeggeri feriti. Nel porto viene attivata una unità di crisi per supportare i superstiti.
Insomma, Humanity 1 non è un caso isolato. La macchina dell’accoglienza e della solidarietà è scattata puntualmente ancora una volta in una domenica di Avvento. La solidarietà anche per questo ha un sapore diverso.
Per dirla sempre con le parole di don Franco Lanzolla «Stiamo accogliendo nello stile della nostra comunità cittadina che è sempre stata accogliente. Viviamo come città la cultura dell’accoglienza di una umanità che si apre alle lacrime, alle sofferenze, ai sogni dei giovani di altri popoli».
Specie quando da aiutare ci sono i più piccoli. «I bambini hanno bisogno di una famiglia e noi vorremmo essere popolo che si fa famiglia per chi non ce l’ha».
Una situazione doppiamente dolorosa anche per questo e che si contrappone a una «accoglienza e una organizzazione tra le varie realtà e istituzioni che è meravigliosa», rincara la dose l’arcivescovo di Bari monsignor Giuseppe Satriano. Un momento «molto difficile e molto delicato, perché ha a che fare con la vita e con la storia di tante persone che non conosciamo ma che vengono da situazioni di grande fatica e sofferenza». Già, aiutare l’altro senza conoscerlo. Bari lo ha fatto in passato, lo fatto ieri ed è pronta a rifarlo ogni volta che sarà necessario.