L'opinione
Addio «miglio dei teatri»: il Kursaal è bello e meriterebbe di più
Incertezze gravano sul futuro del rinnovato Teatro Kursaal Santalucia che fa parte del mitico «miglio dei teatri» barese assieme al Petruzzelli, Piccinni e Margherita
Con lucidità e misura, la Gazzetta di ieri riassume le incertezze in cui naviga il rinnovato Teatro Kursaal Santalucia, di proprietà della Regione Puglia, parte di quel mitico «miglio dei teatri» barese che, al momento, annovera solo il Petruzzelli come spazio culturale riconoscibile, per identità, gestione, direzione artistica, confermando per gli altri tre – Piccinni, Margherita e Kursaal – l’assenza di un pensiero che ne qualifichi la partecipazione al vantato quartetto.
Tema indagato, quello della gestione, che la Regione vorrebbe tenere per sé, considerando il bene come una sala polivalente destinata ad accogliere le sue iniziative o forse immaginando i suoi uffici come una direzione artistica e culturale. Fatta salva la buona volontà, sembra dimenticata, la cultura teatrale che aveva concepito quegli spazi per rispondere a delle esigenze precise, rispettando canoni architettonici pertinenti all’obiettivo del tempo e soprattutto a chi avrebbe dovuto perseguirlo.
In altre epoche, la costruzione di un teatro era realizzata in stretta relazione con chi lo avrebbe gestito e nella piena consapevolezza delle sue funzioni. Oggi, invece, è usanza comune che questi luoghi vengano recuperati senza prevederne la destinazione e la gestione.
Il Kursaal, per dimensioni e caratteristiche, sarebbe un bellissimo spazio per la musica e il teatro «da camera»: una destinazione specifica rispetto alle dimensioni e alle caratteristiche degli altri due palcoscenici del «miglio».
L’idea che assistesse gli obiettivi di PugliaSound (per quanto oggi indecifrabili) e che, in modo complementare, potesse assicurare una seconda sede alla Fondazione Petruzzelli, sembrava un compromesso pertinente. Sarebbe stato forse utile dotarlo di una propria autonomia organizzativa e culturale, ma i due bilanci, di Puglia Sound e Fondazione, ottimizzando alcuni costi, avrebbero potuto sopportarne gli oneri, con poche risorse aggiuntive e le competenze necessarie già in organico. Invece si va consolidando la gestione diretta della Regione: costo base, leggo, un milione di euro.
Inciso: chissà perché in questo caso, il costo lo si assuma come «naturale» spesa pubblica e invece s’ignorino i costi di gestione dei molti teatri pubblici comunali che si pretende debbano vivere d’incassi e anzi offrire alle Amministrazioni un’entrata. Certamente il Kursaal «regionale» vedrà protagonista il Teatro Pubblico Pugliese, come di consueto con il supporto di agenzie esterne (come al Piccinni e al Margherita) e i costi conseguenti.
Ma allora, perché non prendere il coraggio a quattro mani, ridisegnare la fisionomia di un Tpp, la cui attività prevalente non sembra più essere la promozione del teatro in Puglia, affidandogli il ruolo di gestore del «miglio»? Magari con un qualche regolamento e un organico che comprenda maggiori competenze tecniche e direzionali.
No, non è esattamente il mio auspicio, visto che penso la Città di Bari e la Regione Puglia meriterebbero un «miglio dei teatri» plurale, come lo era in origine. Un miglio di Teatri diretti e gestiti in modo coordinato e distinto, da soggetti qualificati, capaci di assicurare un’offerta ampia, coerente con le ambizioni di una Capitale della Cultura quale fu Bari al tempo della loro sorprendente vitalità. Offrendo la dote ipotizzata e le coordinate necessarie a rispettarne la vocazione pubblica, l’auspicio è che la Regione rilanci quel «miglio» e punti all’affidamento del Kursaal, senza più rimandare l’attesa riapertura di uno splendido Teatro.