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Infortuni: Cni, l’ingegneria sicurezza è infrastruttura invisibile del vivere civile
Roma, 27 nov. (Labitalia) - Si è celebrata ieri la 13sima Giornata nazionale dell’ingegneria della sicurezza, l’evento ideato e organizzato dal Consiglio nazionale degli ingegneri che in questa edizione è stata declinata attraverso il concetto di ‘infrastruttura invisibile del vivere civile’. Alla giornata di confronto su un tema così delicato per i cittadini hanno partecipato diversi ospiti istituzionali. Francesco Paolo Sisto (vice ministro della Giustizia) si è espresso così: “Dobbiamo creare un sistema normativo che induca le imprese ad essere adempienti. Le imprese devono sentire di essere sulla stessa barca dei lavoratori. Dobbiamo fare in modo che, se l’impresa è adempiente la responsabilità si riduce alla colpa grave. In questo quadro l’ingegnere della sicurezza ha un ruolo fondamentale perché è colui che porta quelle competenze che possono consentire una corretta valutazione del rischio”.
Paolo Zangrillo (ministro della Pa) ha enfatizzato, tra l’altro, il tema della formazione. “Il Governo - ha detto - è impegnato nella promozione di una maggiore cultura della sicurezza Le innovazioni tecniche sono importanti ma poi servono le capacità e le competenze delle persone. Per questo siamo impegnati a migliorare i processi di formazione. La sicurezza sul lavoro non può essere considerato un semplice adempimento. In questo senso auspico lo sviluppo delle sinergie tra il Consiglio nazionale degli ingegneri e la Pa che ci consentano di prenderci cura delle nostre persone”.
Emanuele Prisco (sottosegretario al ministero dell’Interno) ha spiegato che “i professionisti e gli ordini rappresentano una garanzia per i cittadini e le imprese, soprattutto per chi tra loro è più debole. Gli ingegneri che si occupano di sicurezza sono un punto di riferimento per la Pa e per questo diventa fondamentale un rapporto sinergico. Anche per la funzione di stimolo che i professionisti possono rappresentare per la Pa”.
Elio Masciovecchio (vicepresidente Cni) ha portato i saluti del Consiglio nazionale e ha detto: “La sicurezza è l’essenza degli ingegneri. Siamo qui per garantire la sicurezza dei cittadini. Sono tanti i professionisti e gli operatori che lavorano ogni giorno sulla prevenzione. Sono l’anima di quella che in questa giornata abbiamo definito ‘l’infrastruttura invisibile del vivere civile’. Ma nelle emergenze sono sempre al fianco dei cittadini”. Hanno portato i saluti istituzionali anche Antonio Allegrini (dirigente della direzione Centrale vigilanza e sicurezza del lavoro) e Carlo Trestini (vicepresidente Ance) che si è espresso così: “Mi preme sottolineare la collaborazione che c’è col Cni su questo tema, anche in virtù di un protocollo d’intesa firmato qualche anno fa. La sicurezza nei luoghi di lavoro si può affrontare solo coinvolgendo tutti i soggetti che fanno parte della filiera. I dati di cui disponiamo indicano che stiamo seguendo un percorso giusto”. In conclusione è intervenuta Elena Lovera (presidente Formedil) che ha detto: “Occorre ribadire che la sicurezza non è un costo ma un investimento. Dunque, i corsi dedicati alla sicurezza sono indispensabili. Con il CNI abbiamo sviluppato un rapporto di collaborazione al fine di rafforzare la formazione professionale avanzata”.
I lavori della Giornata e le relative tavole di discussione sono stati introdotti da Tiziana Petrillo, consigliera Cni con delega alla Sicurezza e alla Prevenzione incendi, oltre che curatrice dell’evento. “Per questa edizione della Giornata nazionale dell’ingegneria della sicurezza - ha ricordato - abbiamo scelto un sottotitolo particolarmente significativo: ‘infrastruttura invisibile del vivere civile’. Perché la sicurezza è esattamente questo: un'infrastruttura, proprio come le strade, i ponti, le reti di comunicazione. È invisibile quando funziona bene, diventa drammaticamente visibile quando manca. Sono tre i concetti fondamentali che ricordiamo in ogni edizione della nostra Giornata. Il primo è la centralità della persona. Il secondo è la sicurezza come concetto dinamico: non possiamo affrontarla con schemi fissi, deve stare al passo, evolversi. Il terzo è la percezione del rischio: se non c’è consapevolezza le norme restano sulla carta. La percezione del rischio è ciò che trasforma una regola in un comportamento concreto. Su questi tre pilastri - persona, evoluzione, consapevolezza - possiamo costruire un sistema della sicurezza davvero integrato, condiviso, vivo”.
“La sicurezza - ha concluso Petrillo - non è un compito da delegare, ma una responsabilità condivisa. Oggi rinnoviamo l’impegno a far funzionare ogni giorno quell'infrastruttura invisibile che protegge vite, valorizza il lavoro e sostiene la crescita del Paese. Come Consiglio Nazionale degli Ingegneri continueremo a lavorare per norme chiare, formazione di qualità, competenze riconosciute e filiere responsabili”.
La prima tavola di discussione ha proposto un momento di confronto tecnico-istituzionale sul Decreto Legge 31 ottobre 2025, n. 159, che introduce misure urgenti e innovative per la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Il panel ha visto la partecipazione di Antonio Leonardi (Gruppo di lavoro sicurezza del Cni), Mario Gallo (esperto del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali), Pasquale Staropoli (responsabile della segreteria tecnica del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali), Ester Rotoli (Inail) e Maria Teresa Tavella (Ispettorato nazionale del lavoro). Sono stati affrontati gli impatti operativi e le prospettive applicative del decreto con un approccio multidisciplinare in grado di integrare aspetti normativi, tecnici e preventivi.
Il provvedimento affronta la sicurezza sul lavoro rafforzando i controlli nei cantieri con la patente a crediti, che prevede l’incremento della decurtazione da 1 a 5 punti per lavoratore irregolare e la sospensione della patente in caso di infortuni gravi. Introduce il badge elettronico per la tracciabilità della manodopera, automatizzato tramite la piattaforma Siisl. L'apparato ispettivo sarà potenziato con 500 nuove assunzioni dal 2026 al 2028. La formazione si centralizza con criteri nazionali e fondi interprofessionali, mentre il fascicolo elettronico e il Siisl integrano la tracciabilità formativa. L’Inail prevede incentivi per imprese virtuose e tecnologie innovative, potenziando anche la sorveglianza sanitaria e i dipartimenti territoriali.
In seguito, è intervenuto Eros Mannino, capo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, il cui intervento è stato dedicato alla semplificazione delle procedure amministrative di prevenzione incendi e delle normative tecniche. Ha illustrato le modifiche in corso nell’ambito della prevenzione incendi, sia per gli iter amministrativi che per il Codice, con l’introduzione del cosiddetto ‘medio codice’. Ha poi lanciato l’idea di valutare l’opportunità di detassare gli interventi in materia di sicurezza e prevenzione incendi. Mannino, inoltre, ha richiamato il rapporto di collaborazione col Cno, sancito di recente dalla firma di un protocollo d’intesa.
La seconda tavola è stata dedicata al Codice di prevenzione incendi ed ha proposto un'analisi critica del suo stato di applicazione, dopo un decennio dalla sua entrata in vigore, con particolare attenzione alla gestione della fase transitoria che ancora caratterizza il settore. Hanno partecipato Tiziana Petrillo, Tarquinia Mastroianni (Corpo nazionale vigili del fuoco) che ha presentato i dati elaborati dai vigili del fuoco, Paolo Mocellin (Gruppo di lavoro Sicurezza del Cni), Giuseppe Margiotta (consigliere segretario Cni e referente per il Centro studi del Cni) che ha illustrato i metodi di lavoro del Centro studi. La discussione ha preso avvio dalla presentazione dei dati dei vigili del fuoco che sono stati poi confrontati con quelli emersi da un'indagine condotta dal Centro studi su 1.393 professionisti antincendio.
I risultati, esposti in dettaglio nel documento allegato al presente comunicato, evidenziano alcune criticità. Al termine del confronto è emersa l’esigenza di mettere in atto azioni concrete, quali ampliare il ventaglio delle misure alternative nel Codice per renderlo più rispondente alle diverse situazioni reali e la creazione di gruppi di lavoro congiunti tra professionisti e vigili del fuoco per sviluppare prassi uniformi, in modo da garantire la sicurezza antincendio effettiva, accompagnando la categoria professionale verso una maturità applicativa che ancora, dopo dieci anni, richiede un impegno coordinato di tutte le istituzioni coinvolte.
La sessione pomeridiana è stata aperta dai saluti di Angelo Domenico Perrini (presidente del Cni e dalla relazione di Chiara Crosti (Gdl Sicurezza del Cni) che ha illustrato le nuove linee guida prestazioni antincendio. La terza tavola è stata dedicata alla prevenzione incendi negli edifici storici. Sono stati affrontati, in particolare, due temi: criticità della progettazione antincendio negli edifici tutelati; strategie per affrontare queste criticità nei beni culturali. Sono intervenuti Raffaele Sabatino (Inail), Francesca Conti (Corpo vigili del fuoco), Marco Di Felice (professionista antincendio) e Paolo Iannelli (ministero della Cultura).
La quarta tavola ha trattato la certificazione delle competenze professionali in ambito sicurezza e la sua importanza in un mercato del lavoro pubblico e privato in continua evoluzione. Il fenomeno della certificazione è in forte espansione: tra il 2023 e il 2024, le certificazioni professionali in Italia sono cresciute dell'11%, evidenziando come il mercato del lavoro, sia pubblico che privato, richieda sempre più garanzie concrete sulle competenze effettive dei professionisti. In questo contesto, la certificazione rappresenta il "gradino in più" che attesta le competenze specialistiche acquisite e mantenute nel tempo.
Il Cni ha scelto di dotarsi di un sistema di certificazione delle competenze attraverso l'Agenzia Certing perché l'iscrizione all'Ordine non è più sufficiente in un mondo che cambia con velocità straordinaria. Paolo Lucente (presidente Agenzia Certing) e Alberto Castori (direttore Agenzia Certing) hanno illustrato la genesi e l’evoluzione di Certing e assieme a Pietro Gimelli (Unicmi) hanno annunciato ed illustrato la nuova certificazione di ‘ingegnere esperto in dispositivi di sicurezza stradali’ predisposta grazie alla collaborazione di Certing E Unicmi. Hanno partecipato alla tavola anche Galilei Tamasi (Ansfisa) e Diego Sozzani (consigliere del ministro della Funzione Pubblica) che ha sottolineato l’importanza della certificazione delle competenze professionali a concreto supporto delle pubbliche amministrazioni.
L’ultima tavola si è concentrata sull’analisi di quanto sia importante la cultura della sicurezza per la percezione del rischio nei cantieri. Sono intervenuti Francesca Ferrocci (Ance), Michele Tritto (Formedil), Maurizio Sacchetti (Gruppo di lavoro sicurezza del Cni), Rita Grunspan (Gruppo di lavoro sicurezza del Cni). Sono stati presentati i dati dell’indagine condotta congiuntamente da Cni, Ance e Formedil, con il supporto del Centro studi Cni, che ha coinvolto oltre 1.850 lavoratori del settore edile e che ha indagato la percezione del rischio e il livello di cultura della sicurezza nei cantieri, offrendo una fotografia inedita del settore. La stragrande maggioranza dei lavoratori dimostra una buona conoscenza delle norme di sicurezza, si dichiara adeguatamente informata e formata, e partecipa attivamente ai processi di miglioramento delle condizioni lavorative. Ciò vale soprattutto per le giovani generazioni. Tuttavia, come si può verificare leggendo i dettagli nel documento allegato, emergono alcune criticità. Dunque, oltre a valorizzare i progressi compiuti dal sistema formativo italiano, occorre proporre azioni concrete per colmare i gap identificati.