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Cni, i porti sono nodi infrastrutturali strategici per il Paese

Pnrr e Piani regolatori portuali al centro del convegno organizzato dalla categoria degli ingegneri a Trieste

Trieste, 2 ott. (Labitalia) - I nostri porti rappresentano dei nodi infrastrutturali strategici per il Paese, basti pensare che di lì transita oltre il 50% del volume delle merci importate ed esportate dall’Italia. Al tempo stesso i porti in genere sono inseriti all’interno di importanti contesti urbani, il che rende determinante il dibattito finalizzato a rendere più efficienti i porti e le aree urbane in cui essi insistono, in una prospettiva di innovazione e rigenerazione degli spazi esistenti. Le misure previste dal Piano complementare al Pnrr sembrano muoversi peraltro nel rispetto della filosofia su cui sono state elaborate le ultime linee guida per la redazione dei Piani regolatori portuali. Tali linee guida, in particolare, hanno cercato di incentivare un dialogo più stretto, rispetto al passato, tra l’Autorità portuale e l’amministrazione comunale affermando due principi: il primo, per il quale il porto è un nodo logistico incardinato in una area vasta, capace di assolvere alle necessità non solo del sistema urbano in cui è collocato ma del tessuto produttivo di un territorio vasto; il secondo, che la pianificazione dell’area portuale non può essere avulsa dalle scelte urbanistiche della città in cui essa si trova.

Questi temi sono stati al centro del convegno 'Città e porti: sviluppo, rigenerazione e innovazione' tenutosi a Trieste, organizzato dal Consiglio nazionale degli ingegneri, con la collaborazione di Assoporti, Consiglio superiore dei lavori pubblici e l’Ordine degli ingegneri della Provincia di Trieste. Un evento caratterizzato da una forte partecipazione considerando che, oltre alle circa 120 presenze nell’area congressi della Stazione Marittima di Trieste, erano più di 1100 gli ingegneri collegati in streaming.

I lavori sono stati preceduti dai saluti istituzionali. Roberto Dipiazza, Sindaco di Trieste, ha sottolineato l’importanza dei progetti per l’area portuale della città. Un saluto è arrivato anche dal presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga che ha richiamato il momento di grande rilancio per la regione e che sviluppo, rigenerazione e innovazione sono parole che rappresentano stelle polari per ogni amministratore pubblico. A fare da padrone di casa è stato Giovanni Basilisco (presidente dell’Ordine degli ingegneri di Trieste), il cui Ordine nel 2026 ospiterà il Congresso nazionale degli ingegneri.

Irene Sassetti, consigliera del Cni con delega a porti, ingegneria del mare e urbanistica, dopo aver ringraziato il gruppo di lavoro di ingegneria del mare del Cni, coordinato da Andrea Ferrante, si è espressa così: “Per Cni è fondamentale parlare di queste tematiche e confrontarsi con le istituzioni (comuni ed autorità di sistema portuali) e le università, professionisti del settore ed imprese che trattano questi argomenti. Questo è il secondo appuntamento che dedichiamo ai porti dopo quello del 7 maggio scorso che si è tenuto al Maxxi di Roma. Colgo l’occasione per ringraziare anche il Consiglio superiore dei lavori pubblici e Assoporti per la collaborazione alla realizzazione di questo evento”.

“Abbiamo deciso - ha proseguito Sassetti - di introdurre il tema della rigenerazione urbana all’interno delle riflessioni sui progetti relativi ai porti perché il Cni è molto attento a questo argomento, come dimostra il contributo in termini di proposte ed emendamenti che stiamo dando, grazie anche al contributo del Censu, alla discussione sulla nuova legge sulla rigenerazione urbana. L’incontro di oggi fa parte di una serie di appuntamenti che stiamo dedicando ai porti e all’ingegneria del mare, ciascuno declinato attraverso un tema specifico. In questa occasione abbiamo scelto, appunto, la rigenerazione urbana nelle città portuali. La tavola rotonda vuole essere l’occasione per illustrare una serie di progetti significativi che coinvolgono le nostre città portuali”.

La prima sessione dei lavori, dal titolo 'Pnrr e sviluppo dei porti' è stata coordinata e introdotta da Andrea Ferrante, presidente della sezione speciale Pnrr del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Nel corso della presentazione degli interventi, Ferrante ha sottolineato come Trieste faccia parte del lotto dei più importanti porti italiani e che è interessato da attività di recupero di vecchie aree e di sviluppo di nuovi moli da dedicare alle attività commerciali. Nell’illustrare l’attività della sezione speciale Pnrr da lui presieduta, ha riferito che sono stati esaminati progetti per oltre 27 miliardi di euro. Tra i 10 più grandi progetti, due sono relativi ai porti (potenziamento moli di Trieste e la diga Genova). Ha poi illustrato il contesto di riferimento, a partire dalle linee guida del 2021 del Pnrr, con la disciplina per la redazione in chiave di sostenibilità (sociale, economica e ambientale) del Pnr e del Pnc con i vari passaggi che portano al Pfte (Progetto di fattibilità tecnico-economica).

Rodolfo Giampieri (Assoporti) nel corso del suo intervento si è espresso così: “Occorre trovare punti forti di contatto tra porti, città e la popolazione. Ci vuole visione per proporre cose nuove e coraggio per superare gli ostacoli, avendo come obiettivo comune lo sviluppo della comunità. Dobbiamo mettere in campo una strategia unica nazionale, nel rispetto delle realtà locali, per consentire al paese di fronteggiare, come sistema paese, la concorrenza internazionale”.

Eric Marcone (direttore Direzione tecnica, ambiente, pianificazione e efficientamento energetico Adsp Mare Adriatico Orientale) ha illustrato gli interventi Pnrr sul 'Molo VIII' del Porto di Trieste. Adria gateway è un progetto strategico, una visione, dello sviluppo del porto di Trieste basata su diversi elementi: potenziamento delle infrastrutture del porto di Trieste; rigenerazione urbana dell’area dello stabilimento siderurgico; potenziamento delle infrastrutture di collegamenti; risanamento ambientale. Marco Vaccari (direttore staff programma straordinario Adsp Mar Ligure Orientale) ha illustrato il progetto della nuova diga di Genova, un’opera unica al mondo per complessità, dimensioni, ricadute positive sulla città e sul sistema paese, oltre ad essere il più grande intervento di sempre per il potenziamento della portualità italiana. Un'infrastruttura marittima fondamentale per la protezione del porto, la riduzione del moto ondoso e l'ampliamento dei fondali, consentendo l'approdo di navi cargo e da crociera di grandi dimensioni. Fabio Maletti (segretario generale Adsp Mare Adriatico Settentrionale), infine, ha illustrato il nuovo impianto per la produzione dei materiali di dragaggio del Porto di Ravenna.

Nel pomeriggio si è tenuta la seconda sessione dedicata alla rigenerazione nelle città portuali. Il Rosario Pavia ha incentrato il suo intervento sull’assunto 'l’Italia è il mare'. Passando in rassegna le grandi città portuali italiane, ha sottolineato lo stretto rapporto tra città e porto, a partire dalle diverse strutture portuali che facevano e fanno ancora parte integrante del tessuto urbano. Michele Astone del gruppo di lavoro di Guendalina Salimei, curatrice del Padiglione Italia della Biennale di architettura di Venezia, ha proposto un cambio di prospettiva: come appaiono le città guardate dal mare. A sostegno di questa prospettiva ha illustrato alcuni dei progetti più interessanti in corso, tra cui quelli relativi ai porti di Napoli e Taranto.

In seguito, si è svolta una tavola rotonda caratterizzata da un focus sui progetti dei porti di Catania, Taranto e Trieste. A coordinarla Irene Sassetti. Ad illustrare il caso Catania sono stati Paolo La Greca, vicesindaco di Catania e presidente del Censu, e Biagio Bisignani, direttore direzione urbanistica del Comune di Catania. La Greca ha ripercorso la storia del rapporto di Catania col suo porto: le colate laviche che si sono susseguite nei secoli hanno privato la città del suo porto o comunque ne hanno fortemente ristretto l’area. Con la costruzione della ferrovia costiera, oltre tutto, si è creata una cesura tra città e mare, sollevando il tema della frattura. Tra i diversi progetti che possono ristabilire la relazione tra porto e città, La Greca ha citato quello di Italferr che prevede l’interramento di un tratto dei binari. Bisignani ha ricordato che il nuovo piano del porto è stato appena approvato e trasmesso al Consiglio superiore dei lavori pubblici. Ha sottolineato come quello di Catania sia nato come porto peschereccio, mentre ora governa quasi la metà del flusso di traffico per la logistica. Problemi ambientali, urbanistici e di sicurezza ambientale: questi i temi che si propongono di risolvere i progetti attualmente in essere a Catania. Il porto può diventare il perno centrale per lo sviluppo turistico ed economico della città.

Per quanto riguarda Taranto, sono intervenuti Mattia Giorno, vicesindaco di Taranto, e Laura Cimaglia, dell’Autorità del sistema portuale del Mar Ionio. Giorno ha sottolineato come il progetto di rigenerazione urbana relativa al waterfront debba essere posto all’interno di un sistema più ampio che preveda, ad esempio, un piano urbanistico che manca da troppi anni, da quando le nostre città erano qualcosa di completamente diverso da oggi. Cimaglia ha illustrato i termini del progetto 'Cluster del mar Ionio: Taranto'. Il caso Trieste, infine, è stato illustrato da Giulio Bernetti, direttore del dipartimento Territorio ambiente lavori pubblici patrimonio del Comune di Trieste, ha approfondito una serie di progetti relativi alla sua città, tra cui: rigenerazione in corso dell’area Sacchetta; un mini Mose per la protezione dall’innalzamento del livello del mare; vasche di espansione per la protezione da eventi atmosferici estremi; recupero della riviera Barcolana.

Per quanto riguarda il porto vecchio, l’accordo di programma prevede: variante urbanistica, aree pubbliche da non alienare, consorzio Ursus che si occupa, tra l’altro, del coordinamento dei vari progetti (parco lineare, viale monumentale, il passaggio libertà, cabinovia metropolitana). L’ultimo intervento è stato quello di Luca Giovanni Zambardieri che ha illustrato Robogo, un sistema robotico semisommergibile per la manutenzione delle banchine portuali. Deborah Savio, consigliera del Cni, ha portato i saluti del Consiglio nazionale e al termine dei lavori è intervenuto anche il presidente Angelo Domenico Perrini che, commentando la giornata di confronto, ha detto: "Quello della rigenerazione urbana è un tema che sta molto a cuore al Cni. Attualmente è in discussione la relativa legge. Queste esperienze raccolte sul territorio saranno utili per segnalare al legislatore gli interventi più opportuni".

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