In Puglia, la notte tra l’1 e il 2 novembre non è soltanto una commemorazione, ma un ponte tra vivi e morti, tra religione e memoria popolare. Prima che la modernità portasse Halloween, in molte case pugliesi si credeva che le anime dei defunti tornassero a visitare i propri cari. Per accoglierle, si lasciava la tavola imbandita con pane, vino e dolci: un gesto di rispetto e di continuità. Il mondo dei vivi non dimenticava quello dei morti e lo faceva attraverso i gesti più semplici — la cura, il cibo, la luce e anche la poesia.
Non si può infatti non ricordare Lu ballu de li muerti (1902) del poeta dialettale Giuseppe De Dominicis, detto Capitano Black, che narra come, nella notte del 2 novembre, i morti escano dalle tombe per danzare nel cimitero, raccontando le proprie storie d’amore, d’inganno e di dolore, finché le prime campane dell’alba li richiamano al silenzio eterno.
Giuseppe Gigli racconta che, nel giorno dei defunti, vi era l’usanza di regalare fave, e ne fa risalire l’origine all’antichità classica, “quando nel giorno dei funerali di alcuno, i domestici spargevano fave alle spalle della bara, acciò i maligni spiriti partissero dalla casa e non infestassero il sepolcro del trapassato”.
La tradizione più spettacolare sopravvive a Orsara di Puglia, sui Monti Dauni, dove, tra l’1 e il 2 novembre, si svolge la notte delle Fucacoste e Cocce Priatorje (falò e teste del purgatorio), che trasforma il paese in un labirinto di fuochi e zucche illuminate. I falò ardevano per scaldare le anime che tornavano, mentre le zucche, scavate e accese come lanterne, simboleggiavano i teschi dei defunti. È un rito di origine contadina che probabilmente risale al Medioevo, e che oggi unisce memoria e festa, spiritualità e spettacolo.
A Troia si conserva l’usanza della tavola dei morti (tavele di muérte), imbandita nella notte tra l’1 e il 2 novembre per accogliere simbolicamente le anime dei defunti.
In diverse località della Capitanata e del Gargano, la notte dei morti era segnata da riti di memoria domestica e comunitaria, talvolta con tavole imbandite, luci e veglie condivise: testimonianza di un mondo contadino che non separava mai del tutto la vita dalla morte.
Riti domestici e gastronomici sono diffusi un po’ in tutta la Puglia. A Bari si preparano le fave dei morti, biscotti a base di mandorle, simbolo di rinascita; nel Foggiano si cucina il grano dei morti (in dialetto cicce còtte): chicchi di grano bolliti mescolati a melagrana. Il grano, alimento che rinasce dalla terra, rappresenta la continuità della vita, mentre la melagrana, frutto degli inferi nella mitologia classica, richiama il ciclo eterno della morte e del ritorno.
A Lecce e Taranto i bambini ricevevano le fanfullicchie, bastoncini di zucchero colorato regalati nei giorni dei morti: una dolce consolazione, un modo per trasformare la malinconia della ricorrenza in festa. In alcune famiglie si lasciava una candela accesa sul davanzale o una sedia libera accanto alla tavola, per chi tornava in visita.
Accendere un lume, cucinare un piatto, raccontare una storia: la memoria dei defunti passava così, da un gesto all’altro, in un Sud che non separava mai del tutto la vita dalla morte. Non era solo religione, ma una cultura della continuità, dove famiglia, comunità e terra si tenevano unite nel ricordo.
Oggi molti di questi riti sopravvivono come patrimonio culturale e turistico. Ma la loro forza non sta nella nostalgia: è nel messaggio universale che portano. In un mondo che tende a rimuovere la morte, la Puglia contadina insegnava a conviverci, a trasformarla in racconto, a farne parte della vita quotidiana.
E così, ogni 2 novembre, tra una candela e un piatto di grano dolce, il passato ritorna per un istante a sedersi a tavola con i vivi — perché nessuno, finché è ricordato, muore davvero.
la notte delle Fucacoste a Orsara di Puglia
Prima che arrivasse Halloween, le case si riempivano di luci, pane e vino per accogliere le anime. Dalle Fucacoste di Orsara alla tavola dei morti di Troia, la Puglia racconta un modo antico di convivere con l’assenza e trasformarla in racconto
Domenica 02 Novembre 2025, 10:20
















