la recensione

Claudia Conte: «Indago il disagio giovanile: per batterlo serve solidarietà»

mimmo mazza

«La voce di Iside» edito da Readaction è il nuovo romanzo della giornalista, conduttrice e opinionista tv

La vediamo in molti salotti tv, ma anche nella conduzione di programmi radio e di importanti iniziative come il G7 per l’Ambiente presso la Reggia di Venaria e il Tour Mondiale dell’Amerigo Vespucci. Claudia Conte, giornalista, conduttrice e opinionista tv, punto di riferimento nel mondo dei diritti umani, sempre in prima linea per la tutela delle persone in difficoltà, soprattutto i bambini. è in tutte le librerie con una nuova opera letteraria La voce di Iside (Readaction, pp. 230, euro 20) sul tema del disagio giovanile, la violenza.

Inarrestabile, Claudia, figlia di poliziotto, attiva nel promuovere la legalità, non fa mai mancare il suo supporto alla Polizia di Stato e alle Forze Armate. Dopo «La legge del cuore» per Armando Curcio Editore, dedicato a Falcone, Borsellino e tutte le vittime di mafia, sei ora in libreria con un nuovo romanzo di formazione «La voce di Iside». Che temi affronti?

«Il libro nasce dall’urgenza di conoscere di più le nuove generazioni, indagare le cause del loro malessere che troppo spesso sfocia in episodi di grave violenza. Dagli stupri di Caivano alle baby gang milanesi. Ma tanti purtroppo sono i casi, che ci hanno fatto preoccupare e inorridire, avvenuti anche in Puglia. La nuova emergenza in materia di devianza minorile si chiama teen gang e vede coinvolti ragazzi under 14 in risse, bullismo, sparatorie, violenza sulle donne. Ebbene non possiamo più fare finta di niente. Le nuove generazioni rappresenteranno il nostro futuro. Dobbiamo preoccuparci di più. La scuola e la famiglia devono tornare ad avere un rapporto di alleanza educativa forte. I nostri ragazzi sono in cerca di identità, di punti di riferimento, di valori cui aggrapparsi per dare un senso alla propria vita».

Chi è Iside? Il personaggio è ispirato a Claudia?

«Iside è una diciottenne che, complice la pandemia, si è isolata in un mutismo selettivo, impermeabile alle emozioni e incapace di vivere normali relazioni sociali. Dopo aver assistito, inerme, ad un grave episodio di bullismo, scopre il significato di emozioni come la paura, il dolore e trova la forza di avere coraggio. Attraverso il volontariato scopre l'antidoto al suo mal di vivere e il senso della sua vita. Con Iside scopriamo le sfide e le fragilità adolescenziali, ma anche il grande potenziale della rete del terzo settore e della solidarietà. Mi rispecchio molto in Iside perché anche io ho imparato, attraverso il volontariato, che aiutando gli altri, si aiuta anche se stessi.Penso che tutti, soprattutto i più giovani, dovrebbero fare esperienza del potere della solidarietà e della lotta per i diritti umani per uscire dall’indifferenza e dall’individualismo».

Da dove proviene questo disagio?

«Attraverso il romanzo indaghiamo proprio su questo. Quello che mi sento di dire oggi è che dobbiamo tutti tornare a credere nei valori. Un tempo ci si batteva per la democrazia, per la libertà, si aveva senso del dovere e della responsabilità. Nella società individualista in cui viviamo oggi, diamo per scontati i diritti che pretendiamo senza aver lottato, tutto ci è dovuto senza fare sacrifici. Oggi pensiamo solo a ciò che gli altri possono fare per noi, cosa lo Stato deve fare per noi, non cosa possiamo fare noi per gli altri e per la comunità. Mi viene in mente il discorso d'insediamento di John Kennedy del 1961, in cui parlò dell’importanza di essere cittadini attivi, pronunciando la famosa frase: “Non chiedete cosa può fare il vostro paese per voi, chiedete cosa potete fare voi per il vostro paese”».

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