Alberi come sculture

Se arte e natura «si sposano»: mostra a cielo aperto nel Parco Nazionale d'Abruzzo

Francesca Santolini

Lavori a maglia e filati «vestono» i giganti verdi. È una tecnica chiamata yarn bombing

Nel Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, il più antico d’Italia, non si nascondono solo l'orso bruno marsicano, il suo animale-simbolo, camosci e lupi. Lungo il sentiero che parte da Pescasseroli, due faggi di quasi otto metri, sono stati trasformati in sculture, attraverso un intervento di yarn bombing, una particolare arte di strada proveniente dagli Stati Uniti, che ricopre gli arredi urbani con lavori a maglia e filati intrecciati.

Si tratta dell'ultima opera del museo a cielo aperto creato dal progetto Arteparco, immerso nella natura di Pescasseroli, paesino di poco più di duemila abitanti in provincia dell'Aquila.

Dal 2018 a oggi, sei opere, ideate da sei diversi artisti, sono state inserite nel parco, dando vita ad un’esperienza immersiva in cui arte e natura sono perfettamente integrate.

Una mostra a cielo aperto ideata da Paride Vitale, fondatore dell’omonima agenzia di comunicazione e imprenditore dell’azienda Parco1923, insieme a una fitta collaborazione tra il parco, il comune di Pescasseroli, e alcuni noti brand, con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica.

«Con Arteparco vogliamo dare la possibilità di vivere e conoscere questo territorio incredibile in un modo diverso, creando un’esperienza che coinvolga natura, arte, cultura», racconta Paride Vitale, che qui è nato e che non ha mai abbandonato l’idea di portare il racconto dell’Abruzzo fuori dai confini, convinto che l’arte possa essere il modo giusto per farlo.

E negli anni Arteparco è diventato sempre più grande: non solo arte e natura, ma anche musica. Grazie a Sky Arte, sponsor del progetto, all’interno della natura incontaminata del Parco, si sono esibiti i cantautori Colapesce Dimartino, regalando un momento unico al territorio e alla manifestazione.

Oggi il parco non è più solo un luogo in cui fare trekking, ma un laboratorio di convivenza tra l’uomo e gli animali, dove si fa ricerca e si insegna a preservare il pianeta.

E, da qualche anno, è diventato anche un luogo dove è possibile interagire con l'arte, proprio grazie ad iniziative come questa.

Per visitare Arteparco, bisogna partire dalla cittadina abruzzese e incamminarsi per i sentieri C1 e C2. Una passeggiata per scoprire, tra alberi, montagne, colline e rocce, esempi di arte site specific, opere che si inseriscono nell'ambiente selvaggio che le circonda.

E protagonista di questa sesta edizione, è l’installazione site-specific Totemi, del collettivo artistico Accademia di Aracne. «Totem è un termine utilizzato dai nativi americani per indicare l’animale ritenuto lo spirito protettore del gruppo», racconta Shirley Rowlands, fondatrice del collettivo. «In questo lavoro abbiamo voluto rappresentare proprio questo legame mistico, che intercorre tra il mondo naturale e l’uomo, evocando quella forte connessione con la natura incontaminata che si percepisce entrando nel parco».

Ogni albero di Totemi ospita nella sua trama il profilo stilizzato di 16 animali caratteristici della fauna del parco, i cui sguardi, sembrano seguire il visitatore: un monito a chi arriva per ricordare che il bosco ci osserva, ma anche un invito a entrare in relazione rispettosa con la natura circostante.

Quella di Totemi è l’ultima opera del cammino, prima di arrivare, si incontrano le installazioni di artisti come Valerio Berruti, con la sua opera «Liberi Tutti», l'«Animale vegetale» creato da Marcantonio, gli «Specchi angelici» di Matteo Fato, e ancora Alessandro Pavone e il «Radicorno» di Sissi.

Come racconta Giovanni Cannata, Presidente del Parco, una mostra a cielo aperto che rappresenta «un connubio perfetto tra arte e natura».

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