Teatro Abeliano
Bari, applausi per «Regina Madre», un mondo di comicità e tragedia
Rossella Gesini brillante e icastica nel ruolo dominante. La commedia di Santelli firmata dallo Stabile d’Abruzzo
Regina madre è un testo dello scrittore napoletano Manlio Santanelli (nato nel 1938), un lavoro che fin dal suo apparire, nel 1984, ha collezionato premi e messinscene eccellenti. È passato ora a Bari nella stagione del Teatro Abeliano, un allestimento made in Abruzzo (Stabile e Teatro del Sangro) con la regia di Stefano Angelucci Marino, anche in scena ad affiancare Rossella Gesini che ricopre il ruolo della Regina madre.
Un conflitto fra i due che resta tutto in interno alla dinamica iper-freudiana del rapporto madre-figlio, quello che Santanelli esalta con una leggerezza testuale che non nasconde per niente le angosce e i disastri familiari, anzi li sospende in un «non detto» ovattato di silenzi e misteri biografici intimissimi, per immergere poi il tutto in un clima beckettiano, in un «assurdo contemporaneo» fra comicità e tragedia piccola piccola. Una madre malandata in salute e trotterellante in casa fra incombenze minimali e paradossali (bicchieri e bottiglie d’ acqua sparsi in giro) accoglie un figlio cinquantenne, a sua volta malmesso e incurvato dal tempo e dai malanni (si scoprirà che la moglie lo ha lasciato, che il suo lavoro giornalistico ormai non decolla): la Madre Regina (anche il nome della donna) in effetti tiranneggia il figlio, come ha sempre fatto, così come il paragone col marito defunto e grand’uomo non lascia scampo all’eterno pargolo perdente: giocattoli sparsi in giro, mobiletti da stanza dei bimbi, poster con Superman/Papà sul muro non lasciano dubbi. Anche quando il vero obiettivo del giovane-vecchio figliolo esce alla scoperto (cioè la stesura di un diario sulla malattia della donna, fino alla morte, per ricavarne un docu-libro da pubblicare), la dinamica del rapporto è stringente e inesorabile
Il cliché dei ruoli canonici qui la regia di Angelucci Marino lo sottolinea, con i due personaggi che indossano delle «mezze maschere» che insieme fissano e sottolineano con forte espressività le sagome immortali di una Regina Madre e del suo inevitabile suddito Bambino. Fra i due personaggi s’ instaura un duello, fra ricatti e ritorsioni spesso assai comici e sul filo del paradosso, con l’ inevitabile sconfitta finale del soggetto più debole, più infantile, più fragile: inutile dire quale sia. Buona e più che coinvolgente la resa attorale dei due protagonisti in scena: Rossella Gesini autoritaria quanto brillante e icastica nel ruolo dominante, Stefano Angelucci Marino al pari sottomesso eppur ribelle in suoi goffi vani tentativi.
Applausi del pubblico al Teatro Abeliano ai due attori e alla pièce di Santanelli, inserita nella serie di eventi Maschere d’Olivo.