Cinema

Quanta Puglia ne «L'ultimo giorno del Toro»: da oggi il film con Morrone

Alessandro Salvatore

Bitontino, ma milanese d'adozione

Da sex symbol del momento per la sua interpretazione del criticato film Netflix 365 days (il Cinquanta sfumature di grigio in salsa trash polacca), a un misantropico Leopardi 3.0 nella pellicola indipendente L’ultimo giorno del toro, da oggi ufficialmente nelle sale italiane. Il personaggio è il bitontino d’origine, ma milanese d’adozione, Michele Morrone. Il regista francavillese Alessandro Zizzo gli copre i muscoli divenuti popolari nel mondo (undici milioni di follower su Instagram ne attestano la «febbre» dei fans), con una vestaglia da uomo testardamente casalingo, che nella pellicola di produzione pugliese low cost recita la parte di Valerio Pavazzini. Un ragazzo under 30 con la laurea nel cassetto, che si rifiuta di insegnare perché non vuole ammuffire in una scuola, durante «un’epoca che non è fatta per i letterati» dice lui stesso che tiene banco per quasi tutto l’intero girato del film, destreggiandosi nella sua socio-fobia, usando la devozione per la lingua italiana come l’alibi per r-esistere dentro le quattro pareti.

Seppur restando in vesti domestiche, con l’autoconvincimento di avere un cuore labile (a destra, «fascista» lo chiama la mamma ben interpretata dalla tarantina Antonella Chiloiro), nella sua comoda posizione di figlio di una famiglia agiata, Morrone-Pavazzini costruisce attorno a sé un universo umano fatto di relazioni a raffica, che costituiscono le diverse facce di questa società instabile. Il mondo esterno nel mondo interno che, con pochi mezzi a disposizione, il regista Zizzo colloca dipingendo un vortice di personaggi che inducono alla riflessione. Dal dramma dell’uomo divorziato spremuto dalla moglie assetata di alimenti, allo studente perennemente fuori corso e incapace di essere fedele alla sua ragazza di cui si professa innamorato attribuendo la colpa ai social, «che ai tempi di Leopardi e Dante - perennemente citati dal suo maestro privato-psicologo Pavazzini - non esistevano e difatti amavano una sola, tra Silvia e Beatrice».

Anche Morrone, che nella vita è finito al centro delle cronache rosa per la sua arte «dongiovannesca» (tra il matrimonio finito con due figli assieme alla stilista libanese Rouba Saadeh, il flirt con la ballerina Elena D’Amario e una partecipazione-bomba a Ballando con le stelle), in L’ultimo giorno del segno Toro del protagonista Valerio, ha una sua musa a disposizione. È Camilla, interpretata dalla talentuosa Gloria Radulescu (la giovinezza nel comune di Corato), che prospetta al suo ex fidanzato l’unicità del legame spirituale. «Inarrivabile» dice l’attrice. Di fronte a lei Michele Morrone (anche cantante persuasivo, al debutto discografico con Dark Room) la guarda inebetito, nelle sue convinzioni di saggista letterario in naftalina. Il suo personaggio, che ciondola in casa col libro grammaticale Viva il congiuntivo! (tributo del regista alla sua docente di Linguistica alla «Sapienza» Valeria Della Valle), sembra esattamente l’opposto di Massimo Torricelli, il boss mafioso dalla fissazione erotica della pellicola 365 days, così guardata tanto criticata, come dimostra l’affondo della cantante Duffy che l’ha definita «generatrice dello sfruttamento sessuale». Resta la popolarità di Morrone che Zizzo, spera di «sfruttare» alimentando l’interesse sul suo cinema letterato e che ha in Tornatore la «stella».

Privacy Policy Cookie Policy