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Antonio Calò
26 Marzo 2019
Di settimana in settimana, tra i tifosi del Lecce lievita l’entusiasmo. Il popolo giallorosso sogna che la formazione allenata da Fabio Liverani ripeta la grande impresa che, nel 1995/1996 e nel 1996/1997, è riuscita alla squadra all’epoca allenata da Giampiero Ventura, che centrò, nel giro di due stagioni, prima la promozione dalla C alla B e poi quella dalla B alla A.
«In casa Lecce mi sembra che ci siano tutti i presupposti per inseguire questo traguardo - sottolinea l’ex allenatore della Nazionale - Quali delle formazioni attualmente in corsa la spunteranno, invece, non è possibile prevederlo. Il Lecce esprime un buon calcio e dimostra di avere la necessaria voglia di mettersi costantemente in discussione, il che significa che ha anche una buona dose di umiltà, elemento sempre importante per il raggiungimento di qualsiasi traguardo. Il fatto che meriti la posizione che occupa non può essere messo in discussione, perché si figura stabilmente tra le migliori squadre in classifica solo se si dispone di valori importanti. Liverani ha dato un’ottima organizzazione ed una identità precisa al collettivo, i calciatori hanno qualità, lo seguono, la società è seria e sa come muoversi».
Il Lecce è reduce dal roboante successo per 7-0 colto ai danni dell’Ascoli. «Il risultato darà ulteriore entusiasmo alla tifoseria, ma chi va in campo sa bene che una vittoria vale sempre tre punti, che sia larga o con il minimo scarto - sostiene Giampiero Ventura -. Se una affermazione come quella ottenuta dai giallorossi sabato scorso facesse perdere di vista la realtà di un campionato difficilissimo, significherebbe che il team salentino non è maturo, ma sono certo che non sia così. Bisogna pensare già al prossimo match con il Pescara ed è quello che faranno Liverani ed i giocatori. Per loro la sfida con i marchigiani è passata ampiamente in archivio».
Marco Mancosu e compagni affronteranno, nel giro di pochi giorni, il complesso abruzzese e poi il Cosenza, al Via del Mare. «Il calore del pubblico amico è un’arma in più da sfruttare al massimo - sottolinea Ventura - So cosa sono in grado di dare i supporter giallorossi per averlo constatato di persona. Quando arrivai a Lecce nell’estate del 1995, con la squadra che era da poco retrocessa in C, i paganti erano cento. Ebbene, a Cesena, in occasione della partita che ci regalò la promozione in serie A, ci seguirono in migliaia, con un entusiasmo contagioso. I prossimi due incontri casalinghi sono importantissimi, ma allo stesso modo di quelli che seguiranno. I verdetti arriveranno negli ultimi 90’-180’ e non prima».
Il tecnico di Genova apre il proprio libro dei ricordi. «Quando ricevetti l’offerta di allenare il Lecce in C molti mi sconsigliarono di farlo - rammenta Ventura - Invece accettai perché, quando conobbi Semeraro, maturai la convinzione che fosse entrato nel mondo nel calcio per fare bene, con serietà ed in maniera organizzata. Come dimostrano i risultati che ha raggiunto la sua società, non mi sbagliai. In organico, c’erano pochi calciatori di proprietà del club, tra i quali Macellari e Russo. Con quell’abile direttore sportivo che è stato Cataldo, setacciai l’Italia alla ricerca di giocatori desiderosi di rilanciarsi o di mettersi in mostra. Arrivarono in 18, tra i quali Palmieri, De Patre, Francioso, Cucciari, Lorieri e Zanoncelli. L’avventura iniziò così e si concluse con la doppia promozione dalla C alla A. Il periodo trascorso in giallorosso è stato ricco di soddisfazioni ed è rimasto nel mio cuore. Le persone con le quali ho collaborato, i tifosi che ci hanno seguiti, la bellissima Lecce, il mare del Salento».
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