Incendiarono 5 auto e il prospetto di un palazzo nel Brindisino: catturato uno dei responsabili
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L'origine è dolosa
30 Aprile 2017
Un attentato. In piena regola. Un piromane, che al momento non ha un nome, ha incendiato la scorsa notte le auto dell’ing. Dino Scatigna (tantissimi gli attestati di solidarietà) che lavora all’Ufficio tecnico del Comune di Carovigno e della moglie del professionista. Le due macchine – una Renault Kaleos e una Jeep – erano in sosta nei pressi dell’abitazione dell’ingegnere, una villetta che è ubicata in contrada Carisciola, a Torre Santa Sabina, quando sono state avvolte dalla fiamme.
Per avere ragione delle lingue di fuoco è stato necessario l’intervento di una squadra dei Vigili del fuoco, che si sono mossi alla volta del borgo marinaro partendo dal distaccamento di Ostuni. Per quanto i pompieri possano aver fatto il prima possibile ad arrivare sul luogo dell’incendio, il rogo ha provocato ingenti danni alle due auto.
E’ stato un attentato. Questo è scontato. Per appiccare le fiamme all’interno degli abitacoli delle due auto il piromane – sempre ammesso che l’azione sia opera di una sola persona – ha, stando alla ricostruzione delle Forze dell’ordine, prima sfondato i cristalli delle due macchine. A seguire ha appiccato il fuoco e si è dileguato prima che qualcuno potesse notarlo.
Per entrare in azione l’attentatore ha atteso che fosse notte fonda, in modo da essere sicuro che nessuna potesse accorgersi di quello che stava facendo.
In contrada Carisciola, dove è ubicata la villetta di proprietà dell’ingegnere che lavora all’Ufficio tecnico del Comune di Carovigno, oltre ai Vigili del fuoco l’altra notte si sono recati i carabinieri della stazione di Carovigno e della compagnia di San Vito dei Normanni.
Negli ambienti investigativi il muro del riserbo sulle indagini in corso è impenetrabile. Una delle ipotesi al vaglio dei carabinieri è che, dando fuoco alle due automobili, qualcuno abbia voluto mandare un messaggio intimidatorio di quelli che “pesano” al professionista. Chiunque sia stato ha fatto in modo che l’attentato avesse una cassa di risonanza di non poco conto. Se, come tutto lascia pensare, era questo che il piromane o chi ha “armato” la mano dell’attentatore voleva, l’obiettivo è stato raggiunto.
Il rogo notturno delle due auto ha alzato – e non di poco – l’asticella dell’apprensione. In tutti, nessuno escluso. Anche perché a Carovigno è il fuoco da sempre lo strumento preferito da chi vuole far arrivare sinistri messaggi intimidatori ad amministratori della cosa pubblica e ai dipendenti della pubblica amministrazione.
Anche il sindaco della cittadina è stato vittima di un attentato incendiario. Prima di lui l’assessore ai Lavori pubblici fu aggredito e picchiato a sangue da due energumeni mentre si trovava all’interno del suo ufficio a Palazzo di città.
Mimmo Mongelli
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