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Riserva naturale di Torre Guaceto più grande: è scontro
Ciccolella e Malatesta spingono per allargare la zona da tutelare, mentre gli imprenditori balneari temono ripercussioni sulle attività economiche
BRINDISI - Una proposta di ampliamento della riserva naturale di Torre Guaceto al fine di preservare gli ambienti in località Apani, fermando il processo di deterioramento dell’area. È quanto illustrato ieri in commissione consiliare dal presidente e dal direttore del consorzio di Torre Guaceto, Rocky Malatesta e Alessandro Ciccolella. Una proposta che, se è già stata approvata dal consiglio comunale di Carovigno nel 2023 per i territori di sua competenza, deve ancora approdare nell’assise comunale brindisina e che fa storcere il naso ai titolari delle aziende e degli stabilimenti balneari che insistono su quell’area che il consorzio vorrebbe far rientrare nella riserva. Gli imprenditori esprimono «profonda preoccupazione riguardo la possibile espansione dell’area terrestre del parco sulle nostre proprietà, che andrebbe a minare in maniera significativa lo svolgimento di alcune attività, anche strettamente legate ai servizi balneari sul lato della costa».
E proprio rispetto ai timori degli imprenditori della zona, il presidente Malatesta ha chiarito che «nessuno deve temere nulla perché le attività produttive che hanno le concessioni e le licenze per lavorare sulla costa, già ricadono nell’area del demanio marittimo». Si tratta di un iter che è partito nel 2007, ma che ancora non ha visto la luce. «La proposta riguarda l’ampliamento a sud, verso Brindisi, della riserva statale terrestre di Torre Guaceto - spiega Malatesta - perché l’area marina è già riserva e occupa tutta la costa di Apani. Il ministero ci impone degli allineamenti: entro il 2030 tutta la superficie terrestre e marina deve essere protetta. Per quanto riguarda l’area terrestre, stiamo lavorando su una riconversione verso il biologico e l’agribeach, con l’obiettivo di svolgere attività economiche riconosciute dal regolamento, in linea con le norme vigenti. Le attività produttive della riserva faranno parte della filiera della Carta europea del turismo sostenibile». Tutt’altro che sereni sono i proprietari dei terreni e i titolari delle attività turistiche e economiche nella zona sud del parco di Torre Guaceto.
A farlo sapere è Massimiliano Di Cicco, titolare di alcuni stabilimenti balneari tra cui il Guna Beach, che contattato dalla Gazzetta ha spiegato le motivazioni del disappunto: «Attraverso un accesso agli atti siamo entrati in possesso di una nota del ministero con la quale il consorzio viene invitato a fornire evidenza di eventuali contenziosi in termini di destinazioni d’uso e suoli che insistono sulle aree di ampliamento. Non si tratta di un sito di interesse comunitario ma di una zona agricola dove si svolgono attività agrituristiche. Sulla costa, poi, ci sono gli stabilimenti balneari con i vari accessi pedonali ai parcheggi su questi terreni. Per quanto ci riguarda, quindi, non possiamo essere d’accordo con l’ampliamento del parco: siamo favorevoli alla tutela ambientale, ma non così. Questa è una forzatura che arreca danni alle imprese e ai privati». La questione riguarda anche i parcheggi di Lido del Sole, Lido San Benedetto e Boa Gialla. Dal proprio canto, l’amministrazione comunale non esclude la possibilità di un ampliamento della riserva (che dovrà essere approvato in consiglio comunale) purché si avvii un percorso di ascolto e di condivisione con gli imprenditori dell’area. Ci vorrà ancora un po’ di tempo, insomma, e questo non convince il presidente Malatesta, che più volte nel corso della commissione ha richiamato l’amministrazione a una «maggiore collaborazione», rimarcando una «serie di atteggiamenti avversi che determinano un ritardo nel portare a casa i risultati». Espressione che ha seccato l’assessore all’Ambiente Livia Antonucci ,che rivolgendosi a Malatesta ha precisato: «Apprezzo molto il lavoro del consorzio, apprezzo meno le sue puntualizzazioni polemiche rispetto al fatto che lei è stato nominato dal Comune di Carovigno e che per questo noi siamo avversi. Mi permetto di smentirla, non siamo un’amministrazione faziosa, con gli altri Comuni collaboriamo e lo facciamo ogni giorno. Ciò detto, penso ci sia la necessità di avviare un percorso condiviso con le imprese del territorio. Non possiamo andare in consiglio comunale senza istituire un tavolo con i titolari delle attività produttive della zona per decidere se e come rendere protetta quell’area».