Verso l'evento

Capitale della Cultura 2024: Mesagne ora ci crede

Maria Grazia Rongo

Il riscatto della cittadina nel Brindisino che per lungo tempo ha avuto marchiato addosso lo spettro della Scu. La sfida per il titolo tra le dieci candidate si terrà il 3 e 4 marzo prossimi

MESAGNE (BRINDISI) - Quando si è toccato il fondo non si può che risalire, ma bisogna avere il coraggio e la forza di farlo. Bisogna lasciarsi alle spalle il marcio e tirare fuori tutta la grinta possibile per riscattarsi da un passato difficile e costruire un futuro diverso. Ha il sapore del riscatto l’inclusione di Mesagne, cittadina in provincia di Brindisi che per lungo tempo ha avuto marchiato addosso lo spettro della Sacra Corona Unita, tra le dieci città italiane che il 3 e il 4 marzo prossimi si contenderanno il titolo di Capitale Italiana della Cultura per il 2024.

Per la candidatura della città brindisina, con il suo patrimonio storico-artistico e archeologico, con circa ventiseimila abitanti sull’Appia antica tra il Mar Jonio e l’Adriatico, è stato costituito un comitato promotore del quale fanno parte, tra gli altri, il regista e attore originario di Grumo Appula, Sergio Rubini, che a Mesagne ha girato i suoi film «La terra» (2005) e «L’uomo nero» (2009), l’attrice Vanessa Scalera, che sul piccolo schermo dà il volto a Imma Tataranni, la sostituto procuratore di Matera nata dalla penna della scrittrice Mariolina Venezia, il gruppo musicale dei Boomdabash. E alla redazione del dossier hanno partecipato associazioni, enti, e singoli cittadini.

Le città selezionate verranno audite in video-conferenza giovedì e venerdì prossimi (a Mesagne tocca giovedì 3 marzo, con trenta minuti per la presentazione del dossier e altri trenta minuti per il faccia a faccia con le eventuali domande) da parte della giuria presieduta da Silvia Calandrelli che dovrà poi indicare al Ministro della Cultura, Dario Franceschini, la città scelta. In palio c’è un milione di euro, grazie al quale la vincitrice potrà realizzare il suo progetto. Con Mesagne sono candidate altre due città del Sud Italia, l’Unione dei Comuni Paestum-Alto Cilento, e Siracusa, insieme a Ascoli Piceno, Chioggia (Ve), Grosseto, Pesaro, Sestri Levante con il Tigullio (Ge), Viareggio (Lu), Vicenza. Candidata era anche Conversano (Ba), ma non ce l’ha fatta a entrare in finale. Nel 2022 la Capitale della Cultura Italiana è l’isola di Procida in Campania, nel 2023 lo saranno Bergamo e Brescia, nominate in deroga rispetto alla procedura ordinaria, per promuovere il rilancio socio-economico e culturale dell'area più colpita dall'emergenza sanitaria da COVID-19. Ricordiamo che nel 2015 il titolo di Capitale Italiana della Cultura andò a Lecce. La vincitrice per il 2024 verrà annunciata il 29 marzo.

Direttore responsabile e progettista della candidatura (coordinatore del progetto è Marco Calò) che ha un titolo decisamente evocativo, «L’Umana Meraviglia», è l’architetto Simonetta Dellomonaco, presidente dell’Apulia Film Commission, che a Mesagne è nata. «Siamo soddisfatti di essere riusciti a proporre un bellissimo progetto – spiega, portando anche la grande soddisfazione del sindaco Toni Matarelli – che ha il suo punto di forza nella capacità di reiventarsi, di rigenerarsi della città e della comunità dei cittadini. Conosco il potenziale di Mesagne da sempre, ma la cosa che mi ha dato la forza di progettare, è stata la voglia di condivisione dei mesagnesi. I cittadini di Mesagne qualche anno fa hanno fatto uno scelta, hanno avuto uno scatto d’orgoglio grazie anche a sindaci coraggiosi che negli anni bui della criminalità, gli anni Ottanta e Novanta, sono stati anche sotto scorta ma non si sono piegati al malaffare. Proprio in quegli anni a Mesagne si è sviluppato un grande dinamismo nella vita associativa, e ciò ha portato a una presa di consapevolezza da parte dei cittadini di potercela fare a non farsi sopraffare dalla criminalità. Nel progetto ho cercato di leggere questo processo, l’ho ordinato fino a farlo diventare la trama della candidatura. Questo della candidatura è quindi il coronamento di un sogno».

Il dossier di Mesagne si fonda su tre asset specifici: «Innovazione sociale», «Ambiente» e «Valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale».

«Attraverso questo presupposto di rigenerazione il nostro progetto arriva a proporre un altro modo di vivere – conclude Dellomonaco -, infatti il nostro claim è “Un altro modo di esser umani”. Si tratta di un progetto visionario che però aderisce alla perfezione alle potenzialità del luogo, che tiene conto dell’agenda 2030, che considera l’apporto fondamentale del terzo settore, che legge il palinsesto insediativo, che considera una nuova idea di turismo e valorizza al meglio la produzione culturale. Nel corso dell’audizione, che abbiamo preparato proprio come fosse una trasmissione televisiva, ci saranno tante soprese. Stiamo lavorando giorno e notte e ce la metteremo tutta per riuscire nell’impresa, anche se sappiamo bene che la concorrenza è agguerritissima. Incrociamo le dita e siamo forti di tutti i messaggi di incoraggiamento che ci stanno arrivando. Anche se Mesagne non vincerà, il progetto di candidatura, anche grazie alla regione Puglia, verrà utilizzato come masterplan strategico per portare avanti e realizzare le tante belle attività che abbiamo immaginato».

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