Operazione dei cc

Dall'Albania con 250kg di marijuana nel gommone, 6 arresti a Brindisi

Redazione online

Hanno spruzzato il profumo al gelsomino tentando di ingannare i cani antidroga

Avrebbero importato dall’Albania in Italia circa 250 chili di marijuana e mezzo chilo di cocaina nascondendola nei tubolari di un gommone, usando diffusori di essenze profumate al gelsomino per trarre in inganno l’olfatto dei cani antidroga. Per questo i carabinieri hanno arrestato sei persone a Brindisi, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere, con le accuse di concorso in detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di averne commercializzato ingenti quantità.
Durante le indagini sono stati sequestrati oltre 250 chili di marijuana e mezzo chilo di cocaina. Sono in corso numerose perquisizioni nella provincia di Brindisi.

Nelle telefonate in cui si davano appuntamento con i clienti, veniva definita «pollo» e «motore 350» la droga trafficata dall’Albania sulle stesse rotte del contrabbando di sigarette. E’ quanto emerso dalle indagini dei carabinieri che hanno arrestato sei persone a Brindisi con le accuse di concorso in detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di averne commercializzato ingenti quantità.
Nel corso delle indagini, condotte da gennaio a settembre 2018, sono stati sequestrati 250 chili di marijuana nascosti nel tubolare di un gommone, e mezzo chilo di cocaina.
Dalle intercettazioni telefoniche è emerso che per indicare la droga veniva utilizzato un lessico alternativo: un chilo di cocaina veniva definito «un pollo intero», mentre per le singole dosi il gergo prevedeva: «Il motore 350 mi serve, ti faccio uno squillo appena parto». L’attività di spaccio si concentrava in alcuni comuni a sud di Brindisi.
Le indagini sono state avviate a seguito di una perquisizione dei carabinieri a Torchiarolo (Brindisi) nell’officina e nell’abitazione di uno degli indagati. Secondo gli inquirenti il traffico di droga proveniente dall’Albania, soprattutto di marijuana, è uno dei principali affari della criminalità brindisina, così come riportato nella relazione del ministero dell’Interno presentata in Parlamento il 18 luglio scorso, riferita al secondo semestre del 2017.

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