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**Marche: confronto Acquaroli-Ricci su Sky, scontro su sanità e trasporti**

Roma, 25 set. (Adnkronos) - Su una cosa sono d'accordo: le Marche non sono l'Ohio e domenica e lunedì si vota per la regione. Per il resto, dalla sanità ai trasporti, la contrapposizione è netta tra Francesco Acquaroli e Matteo Ricci oggi ospiti de 'Il confronto' su Sky Tg24, condotto da Giovanna Pancheri. Il presidente uscente Acquaroli rivendica risultati raggiunti nonostante 'l'eredità' lasciata dalle precedenti amministrazioni di centrosinistra e si dice "contento dell'attenzione mediatica, ma non ci distraiamo dagli obiettivi concreti che chiedono i marchigiani". Lo sfidante Ricci attacca sull'immobilismo a cui la destra ha, a suo dire, consegnato le Marche e la necessità di cambiamento. "Domenica si vota per le Marche non per il presidente del Consiglio, e dopo 5 anni Acquaroli si nasconde dietro la maschera della Meloni: vuol dire che sono stati 5 anni di nulla", punge Ricci.

Ma il tema principale di scontro è la sanità pubblica. Il candidato del centrosinistra ne ha fatto la 'madre' di tutte le battaglie. "La sanità marchigiana non va, le chiacchiere stanno a zero". Ma per Acquaroli tanto è stato fatto rispetto alla situazione ereditata: "Abbiamo trovato una sanità territoriale smantellata e l'abbiamo ricostituita con 50 punti salute, abbiamo potenziato e migliorato le erogazioni rispetto al 2019". Controribatte Ricci: "Basta a dare colpa a qualcun altro sulla sanità, Acquaroli ha imbarcato nella sua coalizione Spacca che è stato protagonista della politica regionale negli ultimi venti anni".

Anche su trasporti e infrastrutture il clima si scalda con Ricci che accusa il centrodestra di non inaugurato "neanche un'opera in 5 anni, non siete riusciti a portare nessun soldo nuovo e vi siete fatti fregare 2 miliardi, stanziati da Draghi e che Salvini ha messo il Ponte. Se ne è accorto Acquaroli, o glielo hanno fatto sotto il naso?".

Acquaroli rivendica i risultati in termini di crescita della Regione: le Marche sono una "regione in controtendenza rispetto al quinquennio precedente" e la previsione di crescita del Pil +0,4% mette le Marche al pari "dell'Emilia Romagna e un punto sotto il Veneto. Siamo la seconda regione in Italia per crescita, l'occupazione cresce oltre la media e siamo primi nell'uso dei fondi europei". Una descrizione che non convince Ricci. "Acquaroli sembra Alice nel Paese delle meraviglie: l'economia marchigiana è ferma, il reddito procapite per la prima volta nella storia è inferiore alla media nazionale".

E poi la Zes annunciata dal governo Meloni. "Un'opportunità che è finanziata, vale per tutta la regione che verrà convertita in legge prima possibile", dice Acquaroli. Ma per Ricci è la certificazione che la regione va male. "Se dopo cinque anni il governo è costretto a presentare la Zes per le Marche significa che loro stessi prendono atto che va male. Non è un decreto, ma un disegno di legge che deve essere approvato. E dal primo ottobre andrò a Palazzo Chigi a pretenderla, perché ne abbiamo bisogno".

Su un tema delicato come il suicidio assistito entrambi i candidati auspicano una legge a livello nazionale ma "se il Parlamento non fa un legge sul fine vita -dice Ricci- le regioni devono fare la loro parte". Una domanda riguarda anche la giustizia e se un amministratore debba dimettersi in caso di rinvio a giudizio. Ricci, raggiunto da un avviso di garanzia a luglio, osserva. "Se fa riferimento all'inchiesta che mi riguarda, sono completamente estraneo e io e il mio avvocato siamo fiduciosi di essere archiviati. E comunque rimango un garantista, mentre i miei avversari mi hanno versato fango addosso in uno squadrismo che fa paura". Acquaroli non cita l'inchiesta e si limita ad osservare che, in caso di rinvio a giudizio, "occorre fare valutazione con partiti della maggioranza, della giunta e fare la scelta migliore per le istituzioni che si rappresentano".

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