l’indagine
Minervino, minacciò la sindaca per i cinghiali abbattuti: il riesame scarcera l'agricoltore
Il 46enne Vincenzo Saracino era finito in cella il 26 febbraio per alcune frasi intimidatorie rivolte anche al comandante dei vigili
minervino murge Torna libero dopo quindici giorni in cella il 46enne Vincenzo Saracino, arrestato il 26 febbraio con l’accusa di aver minacciato e insultato sui social la sindaca di Minervino Murge, Lalla Mancini, il comandante della Polizia locale Ignazio Ciccolella e un funzionario della Città metropolitana di Bari incaricato dal Comune per l’abbattimento dei cinghiali, responsabili - a suo dire - di aver soppresso animali nei terreni di sua proprietà. Stando alle indagini dei carabinieri, inoltre, l’uomo sarebbe stato coinvolto anche nell’attentato incendiario ai danni dell’auto del comandante Ciccolella, risalente al 30 settembre scorso.
Il 46enne, originario di Canosa di Puglia ma residente a Minervino, era finito in cella per minacce aggravate a pubblico ufficiale e ora il Riesame, accogliendo il ricorso del difensore, l’avvocato Sabino Di Sibio, ha annullato l’ordinanza cautelare, revocando la misura e disponendo quindi l’immediata scarcerazione.
Gli animali erano stati abbattuti sulla base di un provvedimento della prima cittadina perché se lasciati liberi di circolare avrebbero potuto costituire un «grave pericolo per i cittadini e gli automobilisti». E così, il 18 settembre 2024, il funzionario – un «tiratore selettivo», individuato come esperto dalla Asl di Barletta - aveva rintracciato i cinghiali che girovagavano nei pressi di contrada Torlazzo. Ne riuscì ad abbattere con una carabina sei dei nove indicati nell’ordinanza comunale, lasciando le carcasse sul terreno per consentire alla Asl di svolgere accertamenti. Il giorno successivo sul profilo facebook di Saracino comparve un commento di «disappunto», in cui il 46enne diceva - rivolgendosi a sindaca e comandante della polizia locale - «questo gesto non ve lo perdonerò mai». Il giorno prima al funzionario avrebbe detto «hai sparato i maiali nella mia proprietà. Quello che hai fatto ai maiali farò a te».
Frasi, secondo i militari, «gravemente minacciose e intimidatorie». Dodici giorni più tardi fu data alle fiamme la macchina del comandante dei vigili e l’episodio è stato collegato a Saracino e alle sue presunte minacce. Così per il 46enne, pregiudicato e trovato qualche settimana dopo in possesso di un fucile illegalmente detenuto, si sono aperte le porte del carcere. Nel ricorso al Riesame la difesa ha contestato le minacce al funzionario e anche il possibile collegamento tra la vicenda dei cinghiali e il rogo dell’auto. Pende inoltre un procedimento contro il funzionario che avrebbe abbattuto anche maiali di proprietà di Saracino (la Procura di Trani ha chiesto l’archiviazione e il 46enne si è opposto).