Trani, cinque famiglie disperate: «Noi soli dopo lo sgombero; stabile da puntellare, ma non si è visto nessuno»»

Nico Aurora

Il 6 dicembre evacuata la palazzina di via Marsala per imminente pericolo di crollo, Non ci sono ancora né un tecnico incaricato, né un’impresa esecutrice dei lavori

TRANI - «Quasi sicuramente non trascorreremo il Natale a casa nostra, ma questo non è l’unico problema: la verità è che ci sentiamo già lasciati soli, e questa cosa fa davvero tanto male». Si sfoga così la signora Rosa, figlia dei due anziani invalidi che fanno parte delle famiglie costrette allo sgombero lo scorso 6 dicembre dalla palazzina di via Marsala per imminente pericolo di crollo.

La sera di quel giorno lasciarono casa e, per dieci giorni, i cinque nuclei familiari interessati dallo sgombero sono stati tutti ospitati in strutture ricettive interamente a spese del Comune. Trascorso questo lasso di tempo, Palazzo di Città non ha più potuto farsi carico dell’ospitalità e del vitto delle famiglie, che quindi si trovano di fronte alla scelta di restare lì a propria spese (circa 400 euro la settimana) o trovare un’altra sistemazione.

C’è chi scenderà a Trani dalla Svizzera non per passare il Natale a casa dei suoi genitori come aveva previsto, ma per portarli con sé a Zurigo fino a quando la situazione non si sarà risolta. Ci sono anche due freschi sposi che, nel frattempo, andranno in viaggio di nozze facendo finta di non pensare a tutti i problemi che troveranno al loro ritorno.

La signora Rosa ha portato i suoi genitori a casa sua. Il papà ha una gamba amputata, la mamma altri disagi importanti. Lei, per badare a entrambi, ha dovuto chiedere un non meglio precisato periodo di ferie alla struttura nella quale lavora: «Questo non è certamente Natale - si lamenta -, ma un sacrificio incredibile che ci viene chiesto mentre le famiglie del palazzo accanto hanno già abbellito i loro balconi con luci e addobbi. Loro festeggeranno a casa loro non sapendo però che, se davvero il nostro fabbricato collassasse, potrebbe interessare anche il loro. Con questo non vogliamo dire che anche quelle famiglie vadano sgomberate, ma che noi non vogliamo essere lasciati i soldi e vogliamo rientrare al più presto».

L’ordinanza di sgombero firmata dal sindaco, Amedeo Bottaro, sulla base delle relazioni tecniche di Vigili del fuoco, dirigente dell’Area urbanistica e Polizia locale, non ha potuto che prendere atto della situazione particolarmente delicata di uno stabile che mostra due importanti fessurazioni lungo la parete laterale che dà su vico Macina: una era stata segnalata da una vicina, così da avviare l’intervento; l’altra è stata scorta durante un più approfondito sopralluogo.

«Ma proprio la seconda crepa - fa sapere la signora Rosa - esiste da trent’anni e non è mai accaduto nulla. Certo, non siamo tanto incoscienti da chiedere di rientrare in casa come se nulla fosse accaduto, ma che sicuramente possiamo farlo intervenendo subito sullo stabile: va puntellato e si può sicuramente procedere con questo intervento, perché la parte di vico Macina che è stata chiusa ai pedoni non ha accessi, ma solo finestre. Dunque, un ponteggio si può e si deve quanto prima installare».

Allo stato, però, non ci sono ancora né un tecnico incaricato, né un’impresa esecutrice dei necessari lavori. Oggi, giovedì 19 dicembre, è prevista una riunione tra proprietari, amministratore ed altri operatori per trovare una soluzione, ma la situazione è davvero complicata.

Come non bastasse, ci sono persino oggetti importanti rimasti in casa e che adesso sembra non sia neanche più possibile recuperare. I pompieri e i vigili hanno consentito un accesso per tutti, ma non tutti sono riusciti a portare via tutto quello che sarebbe servito. E la signora Rosa ha ancora in casa presidi medici necessari ad alleviare le sofferenze dei suoi genitori. Davvero in via Marsala tutto sembra, tranne che Natale.

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