in città
Trani e i dehor abusivi, è l’ora della rimozione
Con l’Extra bar è già il terzo intervento di smontaggio. La Sovrintendenza chiede norme più restrittive
TRANI - Il problema della sempre più difficile convivenza tra suolo pubblico e attrezzature esterne dei locali si è materializzato all’improvviso ieri mattina, con lo smontaggio del dehor del bar Milano, da tutti storicamente conosciuto come Extra bar, ubicato in via Bovio all’angolo con via Fusco.
Ad eseguire l’intervento, la ditta Edilstudio con la quale Palazzo di città lo scorso maggio ha siglato un accordo quadro da 50mila euro per le rimozioni in danno delle indebite occupazioni di suolo pubblico.
In questo caso la struttura comprendeva pedana, porta di accesso con infisso metallico, travi di legno a copertura, strutture in metallo e fioriere. L’ordinanza di rimozione risale allo scorso 13 settembre, ma la società destinataria avrebbe provvedere ad eliminare i manufatti non oltre 30 giorni dalla comunicazione. Trascorso invano quel periodo l’Area urbanistica ha disposto la rimozione coatta della struttura, accertata come abusiva. Di ciò la società era stata già messa al corrente la scorsa primavera, quando il Suap aveva comunicato ai gestori del Milano che non avrebbero più potuto continuare a utilizzare quel dehor, poiché non più in linea con le vigenti disposizioni regolamentari e di tutela, queste ultime disposte in particolare dalla Soprintendenza.
TERZA ESECUZIONE A questo proposito Francesco Pellegrino, parlando a nome della società ha fatto sapere che invece la struttura era da loro ritenuta ancora perfettamente legittima, che il permesso per utilizzarla si fosse di volta in volta rinnovato e che, nell’assenza di un nuovo regolamento comunale, l’ordinanza di rimozione parrebbe inspiegabile. «Piuttosto - fa notare Pellegrino - osserviamo che qui ci sono figli e figliastri perché anche le attrezzature di altre attività si dovrebbero rimuovere trovandosi nella nostra stessa situazione».
Da Palazzo di Città, però, si apprende che l’intervento di via Bovio non è stato e non sarà l’unico in calendario: due rimozioni sono già avvenute, rispettivamente in corso De Gasperi e via Ognissanti, ed altre sono al vaglio. Costando ogni demolizione circa 8mila euro (che poi le società dovranno restituire al Comune), metà del budget impegnato nelle rimozioni coatte è stata spesa e non è da escludere che altre risorse siano iniettate per il proseguimento delle operazioni.
CONFUSIONE DA COVID Il caso «Extra» è la conseguenza di una serie di accertamenti svolti nei mesi scorsi dalla Polizia locale, con riferimento alle attività che avvengono anche e soprattutto attraverso l’utilizzo di attrezzature esterne rispetto ai locali al chiuso, spesso molto piccoli. Gli esercizi si trovano sia nel centro storico, sia in quello urbano e le contestazioni, nella maggior parte dei casi, hanno riguardato il mancato rinnovo dei permessi già da tempo scaduti. Infatti, molti potrebbero avere confuso le proroghe consentite temporaneamente a causa del covid con quelle che, invece, l’autorità amministrativa non poteva più autorizzare perché scadute e non oggetto di domande di rinnovo.
REGOLAMENTO CONTESO Tale circostanza lascia comprendere che si sia arrivati ad un braccio di ferro probabilmente legato anche alla mancanza di chiarezza in merito al regolamento comunale dei dehor, di cui da più parti si invoca l’aggiornamento. Regolamento approvato dal consiglio comunale il 27 ottobre 2017, con lo stesso sindaco Bottaro in carica e la soddisfazione prevalente degli operatori commerciali stessi, poiché pareva ponesse fine ad una lunga epoca di incertezze e vera e propria anarchia.
Oggi, però, sembrerebbe che il nuovo aspetto destabilizzante sia la posizione della Soprintendenza, che avrebbe più marcatamente chiesto di esprimersi sulla materia giacché nel 2017 lo aveva fatto sì, ma con un parere di massima e non pienamente articolato.
Alle attività è stato in ogni caso concesso di lavorare all’aperto per tutta l’estate ma il dirigente, siglando quell’accordo quadro, era stato lapidario: «In caso di indebita occupazione di suolo pubblico a mezzo dehors (quali tavoli, sedie, pedane, paraventi, pergotende, ombrelloni, strutture chiuse ed altro), è compito dell’amministrazione provvedere al ripristino dello stato dei luoghi a spese degli occupanti, ai sensi del regolamento stesso».