crisi amministrativa
Barletta, Forza Italia: l’ora dei distinguo
Cardone e De Gennaro: «Noi stiamo col sindaco Cannito». E potrebbero non essere soli
BARLETTA - E al quarto giorno della crisi il pendolo oscilla verso la revoca delle dimissioni presentate dal sindaco Cosimo Cannito. Scopriremo nei prossimi giorni se la «ricomposizione» avverrà con l’intera compagine di Forza Italia o parte di essa. Intanto, ecco il riassunto delle puntate precedenti.
Dopo un iter lungo le quali le stesse forze della maggioranza di centrodestra hanno detto di non essere state compiutamente coinvolte, lo scorso venerdì 24 novembre approda in consiglio comunale la delibera sulla «individuazione degli interventi pubblici da realizzare a scomputo delle somme da versare al Comune da parte dei soggetti vincitori assegnatari dei lotti edilizi nell’ambito del Contratto di quartiere». Vale a dire: opere pubbliche (strade, parcheggi, verde o altro ancora) da eseguire a spese dei privati in cambio del mancato versamento di somme previste dal progetto redatto e approvato tra la fine del 2003 e del 2004.
il dibattito Durante il dibattito in aula emergono varie carenze e incongruenze nelle attestazioni e nelle previsioni della delibera, tra le quali anche la già avvenuta firma delle convenzioni fra Comune e privati, prima ancora della approvazione consiliare del provvedimento (sic!).
A tarda sera un emendamento proposto da Civiche e Fratelli d’Italia cerca porre almeno parzialmente rimedio alla situazione e provare a ricomporre l’unità della coalizione che sostiene il sindaco Cosimo Cannito. E, però, alla fine del confronto previa sospesione dei lavori, si torna in aula e alla lettura dell’emendamento il presidente del consiglio comunale Marcello Lanotte (Forza Italia) si produce nell’ormai virale gesto del «pollice verso» per dire ai suoi che quella soluzione, avallata anche dal primo cittadino, non va bene. Scatta la fuga dall’aula dei consiglieri azzurri, la seduta si conclude per mancanza del numero legale e Cannito protocolla le dimissioni dalla carica
L’indomani mattina, sabato 25 novembre, si dimette anche l’assessore all’Urbanistica Pierpaolo Grimaldi (Forza Italia), ma non Marcello De Gennaro, assessore allo Sport, anche lui forzista. Con il consigliere azzurro Vittorio Cardone, De Gennaro fa sapere: «Avanti con Cannito, liberi da ciondizionamenti». E poi: «Sono ore tristi per la nostra città che non può e non deve permettersi l’ennesimo commissariamento. Le beghe politiche e le lotte di potere non interessano ai cittadini che chiedono solo risposte per il bene della. Risposte per le quali, al fianco del nostro sindaco Mino Cannito, ci siamo subito messi al lavoro, cercando di recuperare anni di approssimazione e di abbandono. Prova ne sia l’impegno per riqualificare e riconsegnare ai barlettani le diverse strutture sportive trascurate nel tempo, per l’ottenimento di nuovi finanziamenti, per la realizzazione dei grandi eventi, per la diffusione della cultura dello sport tra i più giovani».
Chiosa finale: «Non possiamo interrompere questo percorso virtuoso, determinato dall’esclusiva passione per la nostra Barletta. È la stessa passione che ci accomuna al sindaco Cannito al quale confermiamo tutto il nostro sostegno umano, politico e nelle cose da continuare a fare insieme per una Barletta migliore rispetto a quella che abbiamo ereditato. Con responsabilità e liberi da condizionamenti, al servizio di Barletta».
la scelta C’è chi è sicuro che la presa di posizione all’interno del gruppo di Forza Italia non rimarrà isolata. Nell’attesa, la dichiarazione di totale fiducia di Cardone e De Gennaro nel sindaco Cannito si va ad aggiungere a quella già effettuata dai consiglieri Gianluca Gorgoglione, Letizia Rana e Vito Tupputi della Lista Mino Cannito Sindaco.
Dalla parte dell’opposizione parla Cosimo Bruno, segretario cittadino del Partito democratico: «Il centrodestra barlettano ha fallito, tradito il patto con gli elettori. Si torni rapidamente alle urne», esordisce. «La decisione del sindaco Cannito di dimettersi è arrivata al termine dell’ennesimo Consiglio comunale sciolto per mancanza del numero legale continua -. D’altronde. non rappresenta una novità per il Primo cittadino che dal suo primo insediamento (15 giugno 2018) ad oggi ha sempre abusato dello strumento normativo che prevede le dimissioni revocabili entro un massimo di 20 giorni ed ha puntualmente e sempre fatto marcia indietro. La goccia che, come si suol dire, questa volta “avrebbe fatto traboccare il vaso” è stata l’abbandono dell’aula da parte del gruppo consiliare di Forza Italia poco prima che l’esponente di Fratelli d’Italia, Stella Mele, illustrasse l’emendamento sui progetti di riqualificazione della zona 167. Una scena che si era già ripetuta, ma a parti invertite, lo scorso 6 settembre».
E poi: «Sono giunte a stretto giro anche le dimissioni di Pierpaolo Grimaldi, assessore all’Urbanistica ed Ambiente, espressione di Forza Italia. La frattura politica tra Fratelli d’Italia e Forza Italia, i due partiti di maggioranza che avevano sostenuto a giugno del 2022 la ricandidatura del sindaco a Palazzo di Città, sembra ormai insanabile. Una condizione di ingovernabilità prevedibile alla luce della composizione eterogenea della compagine amministrativa (sindaco di matrice Socialista ed esponenti di Fratelli d’Italia ex Alleanza Nazionale per esempio) che, pur di vincere, ha assemblato forze politiche provenienti da esperienze completamente diverse e che hanno dimostrato di non saper governare, tradendo altresì il mandato degli elettori con le “facili” promesse di una campagna elettorale anche dai toni molto aspri. Il sindaco prenda atto di questa situazione politica, una maggioranza politica irresponsabile verso la Città ed i cittadini, annunci il fallimento politico della coalizione di Centrodestra e del suo programma elettorale per consentire un rapido ritorno alle urne».
Conclusione: «I risultati raggiunti in questi 17 mesi di consigliatura (senza considerare la precedente sindacatura a guida dello stesso primo cittadino ma con una maggioranza ancor più variegata e naufragata con uno scioglimento anticipato) sono sotto gli occhi di tutti: scarso decoro urbano, lavori pubblici bloccati, insicurezza pubblica, nessuna prospettiva di sviluppo, periferie abbandonate, emergenze sociali ed ambientali irrisolte. Barletta ha bisogno di ritrovare una programmazione ed una “visione” che solo le Amministrazioni di Centrosinistra del passato sono state in grado di garantire. Al Partito Democratico ed alle altre forze politiche del Centrosinistra spetta ora il compito di costruire una nuova stagione politica».
il contesto «L'ennesimo teatrino della politica barlettana - sottolinea Alessandro Zagaria per il Collettivo Exit - è terminato con le dimissioni del sindaco Cannito. Diciamo che ormai siamo a abituati a questo triste spettacolo e alle dimissioni di un sindaco che domani,pur di restare aggrappato alla sedia, è pronto a ritirarle. Quello che invece dovrebbe indignare e creare un moto di protesta è l'intreccio sempre più stringente e soffocante tra affari e politica. Perché era chiaro fin dall'inizio che la coalizione che ha sostenuto il sindaco Cannito era guidata da personaggi politici che non rappresentavano un'alternativa reale al centro-sinistra. La loro "mission" era quella di conquistare le leve del potere, imbarcando di tutto sul carrozzone elettorale. Ma quel potere da conquistare e da esercitare era ed è in perfetta continuità con le amministrazioni di centro-sinistra che hanno governato la città per oltre 20 anni. Il mondo della politica che fa affari e il mondo degli affari che gestisce la politica,in una sorta di sovrapposizione di ruoli dove ormai è sempre più difficile distinguere gli uni dagli altri. Perché la "governance" barlettana, a prescindere da chi guida la città, deve poter garantire lo "status quo". Uno "status quo" che a Barletta significa permettere di fare profitti anche a costo di distruggere l'ambiente in cui viviamo e continuare indisturbati a cementificare il territorio».
«Questi due asset della politica barlettana - conclude Zagaria - non devono essere messi in discussione e non ci meraviglia il fatto che la crisi esplosa in consiglio comunale abbia come oggetto il tema dell'urbanistica. Basti pensare alla scomparsa dei sei emendamenti al Documento programmatico preliminare al Piano Urbanistico Generale approvati il 23 aprile 2018. Ma il sindaco Cannito poteva tranquillamente inciampare anche su un provvedimento che riguardava per esempio il rinnovo delle autorizzazioni alle aziende insalubri. Perché su questi temi si è costruito un modo di fare politica e di gestire la cosa pubblica che ha permesso ad una élite di tenere in ostaggio una città. Solo scardinando questo sistema si avrebbe la possibilità di far crollare questa sorta di consorteria e aprire una nuova stagione politica».
«Ora è proprio evidente a tutti ma proprio a tutti che della salute dei barlettani nessuno ha interesse - considera Michele Cianci per il Comitato operazione aria pulita -. Le dimissioni del sindaco e dell’assessore a Urbanistica e Ambiente ne sono la dimostrazione evidente. Incontri, promesse e tante parole inutili. Abbiamo perso altro tempo prezioso. La politica? Ma per piacere! Un commissario straordinario potrà fare sicuramente di più. Ricordiamoci quanto ha dato alla nostra città il commissario Francesco Alecci con grandi sacrifici personali e della di lui famiglia! Ad esempio, la convenzione con Aroa per la qualità dellaria, rimasta chiusa in un cassetto, i mezzi nuovi acquistati per la Barsa per ridurre i rischi dei dipendenti e soprattutto le emissioni, i lavori fatti per lo stadio di Barletta in tempi brevissimi, la partecipazione attiva al corteo contro linquinamento, i progetti del Pnrr approvati e tanto, tanto altro. Spero in un suo ritorno».