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Michele Piazzolla
04 Maggio 2020
BARLETTA - Quello di Sebastiano Lavecchia, da sempre «Bastiano» e massaggiatore per trent’anni del Barletta, è uno dei romanzi del calcio da raccontare. Da tramandare nel tempo quale esempio di vita non solo calcistica, ma sociale, impegnata nell’altrui sostegno e nel diffondere i valori della vita all’insegna della solidarietà. Bastiano è la figura storica del Barletta Calcio di diversi decenni. Di epoche vissute da generazioni di calciatori e persone che si sono distinte tra vicende di ogni genere. Di Bastiano si può raccontare non solo la vita di massaggiatore nel Barletta tra successi, dolori e gioie fra cui gli anni ruggenti della Serie B, ma ricordare quando nel 1980 lasciò tutto e, da volontario, andò in Irpinia a soccorrere le vittime del terremoto. E ancora: indimenticabili le sue iniziative nel sociale come l’Operazione Sorriso a favore dei ragazzi disabili. E poi la promozione di donazioni a sostegno dei deboli.
Inoltre in virtù dell’impegno nel sociale nel 1987 il Presidente Cossiga gli concesse l’onorificenza di «Cavaliere Omri». E nel 2017 è stato insignito dal Presidente Mattarella del titolo di «Ufficiale Omri». E proprio in questi giorni dalla Fondazione Internazionale Papa Clemente XI e per mano del presidente ambasciatore Zef Bushati, gli è stata concessa la carica di Membro d'Onore della Fondazione.
La carriera di Bastiano cominciò nella lontana stagione 1964/65 quando fu chiamato dal Barletta a fare il massaggiatore del settore giovanile diretto da mister Lao Chiapulin. Successivamente, dopo qualche esperienza fuori Barletta, è entrato a pieno titolo nel club biancorosso. È stato testimone di quel Barletta in cui negli anni hanno militato leggendari tecnici e giocatori (di cui non elenchiamo i nomi per timore di dimenticare qualcuno). E soprattutto condotto da personaggi che hanno fatto la gloria del Barletta, fra questi il compianto Franco Dicosola, presidente della storica promozione nella cadetteria nazionale. Purtroppo, Bastiano ha conosciuto anche gli anni bui e drammatici del Barletta che, tuttavia, non hanno mai scalfito il suo senso di appartenenza ai colori, rimanendo comunque un punto di riferimento.
Oggi Bastiano, seppur fuori dal calcio agonistico, resta la memoria storica del Barletta. E, su tutto, non ha dismesso di essere per tanti la fonte di suggerimenti e consigli. E anche lui vive questo momento di emergenza sanitaria. «Si è fermato il mondo - afferma Bastiano - il nostro modo di vivere e tra le tante assurdità che stiamo assistendo, si è fermato anche il mondo dello sport. Quel magico mondo in cui ho coniugato tutto il mio periodo lavorativo e nello specifico in quello del Calcio. Quello fatto di grandi Campioni, di volti e nomi meno noti e di illustri sconosciuti. Come tutti, oggi, mi sento impotente e privo di quel calcio che tra vittorie, ricorsi al Var con discussioni da bar. Faccio leva sulla fiducia e sopratutto sulla speranza affinchè ognuno di noi deve guardare con ritrovata certezza per poter dire tutti insieme “è andato tutto bene” e continuare a dare la giusta continuità a tutti coloro che, senza un contratto da favola ma, semplicemente con un contratto gravitano nella immensità dell'universo del lavoro».
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