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Bisceglie
Luca De Ceglia
14 Luglio 2018
BISCEGLIE - Il Comune di Bisceglie e l’Università degli Studi di Bari hanno sottoscritto il 23 maggio scorso una convenzione per la conduzione di uno studio sulla chiesetta di Santa Margherita di Bisceglie, risalente al XII secolo. Sarà poi effettuato il restauro dei manufatti di pietra addossati ad una parete esterna della chiesa, ovvero le tombe dei nobili Falcone. L’immobile storico, oggi di proprietà comunale e non più aperto al culto, è ubicato tra le case moderne del centro urbano.
A tal proposito è stata effettuata una prima ricognizione della chiesa, in cui furono rinvenute e poi vendute alla Pinacoteca di Bari due pregevoli tavole dipinte del Duecento raffiguranti la vita di San Nicola di Bari con i rispettivi miracoli e la stessa Santa Margherita. Presto, dunque, sarà avviata una campagna di restauri mirati. La suddetta convenzione, che avrà una durata triennale, è stata firmata in particolare con il corso di laurea a ciclo unico in “Conservazione e restauro di beni culturali” del dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali diretto dal prof. Piero Dellino. Collaborerà il dirigente della Ripartizione Tecnica del Comune di Bisceglie, l’arch. Giacomo Losapio.
I lavori saranno condotti dagli studenti sotto la guida delle docenti restauratrici dott.ssa Maria Luisa De Toma, biscegliese, e dott.ssa Antonella Martinelli. Il corso di laurea quinquennale prevede, oltre allo studio di materie scientifiche e umanistiche, attività pratiche di laboratorio per un totale di 300 ore annuali per corso. Moltissimi sono stati i manufatti restaurati durante gli scorsi anni accademici, tutti beni sottoposti a vincolo di tutela; ultimo restauro concluso è stato quello degli affreschi della basilica di San Nicola a Bari. “La fase preliminare riguarderà un lavoro di ricerca e studio di fonti scritte per ricostruire la storia e le vicende dei manufatti, per poi passare all’ osservazione diretta delle opere per comprenderne materiali costitutivi, tecniche di esecuzione e stato di conservazione al fine della redazione di un progetto di restauro ad hoc”, spiega la dott.ssa De Toma.
In particolare - in ottemperanza al D.M. del Ministero dei Beni e delle attività culturali del 22 agosto 2017, riguardante la progettazione di beni di valore storico artistico sottoposti a tutela - si intenderà procedere con le seguenti operazioni: reperimento di materiale storiografico edito e consultazione degli archivi storici; rilievo grafico e fotografico del manufatto al fine di una dettagliata documentazione finalizzata alla redazione di mappature dei materiali costitutivi e delle fenomenologie di degrado; individuazione delle analisi diagnostiche da eseguire sul manufatto ed eventuale prelievo di micro-campioni da sottoporre ad analisi. Il risultato di queste ultime consentirà di agevolare e individuare le corrette metodologie e prodotti di intervento applicativi per valutare le più idonee metodiche applicative. Saggi preliminari per l’individuazione dei più adeguati trattamenti di disinfestazione biologica, pulitura e consolidamento.
Saranno organizzati degli incontri tecnici con partnership per la sperimentazione di metodologie di restauro innovative; in particolare verranno coinvolti nel progetto i restauratori del laboratorio di restauro dei Musei Vaticani per la sperimentazione di trattamenti biocida di ultima generazione ed il Laboratorio Liace di Bisceglie, diretto dalla dott.ssa Ida Mari Catalano presso il palazzo vescovile per l’applicazione del laser per la pulitura dei materiali lapidei. Le attività proseguiranno ad ottobre prossimo, in coincidenza con l’inizio del nuovo anno accademico e prevedono varie fasi operative di restauro che saranno sorvegliate dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Foggia, in particolare del Corso di Studi in Conservazione e Restauro. Si tratta di un “progetto pilota” volto alla valorizzazione di un importante luogo d’arte e di storia, fiore all’occhiello non solo per la città di Bisceglie.
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