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31 Maggio 2018
Nico Aurora
TRANI - Palazzo Gadaleta si prepara a tornare interamente fruibile. Sarà così posto rimedio ad un problema che l’immobile di via Porta vassalla, sede del Tribunale fallimentare e degli archivi della Procura della Repubblica, si trascina esattamente da sei anni, da quando cioè alcuni ambienti dello stesso ex convento monastico furono inibiti dal sindaco dell’epoca per problemi di staticità: l’ordinanza reca la data, neanche a farlo apposta, del 31 maggio 2012.
Il Comune di Trani vi ha recentemente impegnato 52.000 euro, affidando i lavori all’impresa locale Di Ciommo, per il ripristino di quei locali e la completa fruizione dell’unico palazzo in cui si registravano problemi di interdizione al pubblico. La consegna dei lavori non è ancora avvenuta, ma il progetto è pienamente definito: infatti, i lavori si svolgeranno su due lotti, di quattro stanze ciascuno, poiché sono complessivamente otto i locali inibiti, oltre un ulteriore intervento sulle coperture.
Peraltro, una volta restituita la disponibilità di quei locali l’intero Palazzo Gadaleta dovrà, a sua volta, essere oggetto di lavori di restauro e messa in sicurezza. In quel caso, i costi si avvicinerebbero al milione di euro ma, in quella circostanza, la spesa sarebbe a carico del Ministero della Giustizia, cui l’onere delle spese di funzionamento spetta dal 1mo settembre 2015. Si spiega proprio per questa ragione il fatto che le spese per il ripristino di quegli otto ambienti, non disponibili da epoca antecedente al passaggio delle consegne del 1mo settembre 2015, siano invece a carico del Comune.
Di certo, i problemi enormi sorti a Bari, dopo la dichiarazione di inagibilità dello stabile di via Nazariantz, paradossalmente hanno posto in risalto quanto decisamente meglio, o con meno emergenze, si stia amministrando la giustizia nel circondario di Trani. I palazzi sedi di uffici giudiziari non sono pochi, alcuni di questi hanno mostrato più di una volta i segni del tempo, eppure non si è arrivati certo a queste soluzioni drastiche come a Bari.
Il sindaco Amedeo Bottaro, illustrando lo stato dell’arte dell’edilizia giudiziaria in città, parla di «ottima sinergia tra amministrazione comunale, presidente del Tribunale, procuratore ed Ordine degli avvocati. Siamo riusciti, facendo squadra, a trovare soluzioni ottimali anticipando i tempi devo, anche grazie ai buoni uffici con il ministro Orlando ed all’aiuto del direttore regionale dell’Agenzia del demanio, Capobianco».
Il riferimento è al recente protocollo d’intesa firmato per la rifunzionalizzazione di Palazzo Carcano, ubicato fra via Beltrani, via Accademia dei Pellegrini e piazza Re Manfredi. Restauro ed ampliamento, avviati dal Comune ma mai completati, saranno a carico dello Stato grazie alla cessione al Demanio, con vincolo ad uffici giudiziari, siglata lo scorso 26 febbraio in cambio del completamento dei lavori per un importo di 2 milioni . I lavori non sono ancora partiti, perché nel frattempo si sta definendo l’approvazione del progetto esecutivo.
«Le somme stanziate dal ministero per Palazzo Carcano e Palazzo Gadaleta - afferma Bottaro -, non hanno precedenti per la nostra città. La pianificazione corretta che si è fatta ha fatto sì che il ministero allocasse su Trani delle importanti risorse, sicuramente superiori ad altri tribunali per i quali non vi era, probabilmente, una programmazione così chiara come a Trani. Con questo non voglio dire che abbiamo risolto tutti i problemi - ammette il sindaco -, ma sono decisamente ottimista per il futuro».
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