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Happy Casa
Franco De Simone
17 Aprile 2020
Per il suo mentore, coach Frank Vitucci, Adrian Banks resta il Keith Jarret della «Happy Casa Band» (pianista americano, sommo esponente del jazz); mentre per i suoi tifosi l’americano di Memphis, è semplicemente il giocatore che, con i suoi compagni, ha regalato sei mesi di grandi soddisfazioni, assicurando sempre quell’autentico spettacolo, grazie al quale, se la stagione agonistica fosse stata portata a compimento, avrebbe meritato di fregiarsi del titolo di MVP del campionato ‘20-‘21. Non foss’altro perché la «band» di band di Vitucci è stata capace di trascinare una marea di sostenitori, non solo brindisini, nell’Arena VitriFrigo di Pesaro, nella quale il sedici febbraio Banks & C. hanno disputato l’ultima partita ufficiale della stagione (Coppa Italia).
Oggi, due mesi dopo quegli ultimi 40 minuti disputati nelle Marche, il ricordo della bellissima stagione vissuta da Banks con la canotta biancazzurra, resta stupendamente visibile nelle immagini che Lega Basket A ha dedicato alla guardia Usa. Un filmato nel quale sono raccolte una piccola parte delle tante triple messe a segno dal 34enne che ha la cittadinanza israeliana, sottolineate con enfasi dai vari commentatori televisivi.
Forse è banale: ma chiedersi se ai brindisini farebbe piacere rivederlo giocare per la quarta volta con la canotta biancazzurra, è domanda retorica. Perché per quanto ha dato modo di vedere, e non solo per quanto dimostrato sul parquet, ma soprattutto per quanto l’uomo-Banks è stato capace di esprimere, tutti sarebbero pronti a dare l’okay.
Accetterà il capitano di tornare a Brindisi? È la domanda ricorrente in questi giorni di attesa. Ed ancora: accetteranno anche i suoi compagni di rispondere «ok» all’invito che Brindisi, per il tramite del direttore sportivo Simone Giofrè rivolgerà loro?
Il presidente Fernando Marino è stato fin troppo esplicito: «Ho dato mandato al diesse Giofrè di cercare di confermare l’intero roster». Desiderio ampiamente condiviso da tutti. In primis da coach Vitucci. Per il semplice motivo che il tecnico veneziano si ritroverebbe, sin da subito, a lavorare con un gruppo-famiglia, ben cementato, caratteristica alla base dei successi finora ottenuti.
Va da sè che, stando l’incresciosa situazione dettata dalla pandemia, assicurazioni in tal senso si potranno avere solo quando ci saranno anche certezze sulla stagione agonistica che verrà. Allo stato l’incertezza è sovrana. Ma una cosa è certa: sarebbe fin troppo bello se da qui a poco, con l’okay di Banks si registrasse anche quello di John Brown III e, via via, di tutti gli altri, americani e italiani, atteso che il lavoro compiuto lo scorso anno nell’allestire il roster è stato senza dubbio eccellente. Perché non si possono che tessere le lodi di tutti, compreso l’ultimo arrivato Dominique Sutton, giunto in corsa e non vantando una condizione atletica ottimale, la qualcosa non gli ha permesso di esprimere al meglio il bagaglio tecnico di cui dispone.
Oggi, il lavoro più complicato è affidato a Giofrè. Riuscirà il diesse a consegnare a Vitucci il già collaudato roster?
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