di GIOVANNI RIVELLI Uno, un cinquantenne con precedenti specifici, avrebbe abusato per mesi di un giovane studente potentino con problemi psichici. L'altro, operaio di 45 anni, con moglie e figli, avrebbe tentato di brutalizzare la figlia dei vicini (che va alle scuole medie). Il primo è ai domiciliari, l'altro è stato allontanato con divieto di dimora nel comune
11 Febbraio 2009
POTENZA - Dai carabinieri per denunciare un caso di bullismo, ma la verità venuta fuori è ben altra: un aguzzino cinquantenne ha abusato per mesi di un giovane studente potentino con qualche problema psichico che aveva individuato come sua vittima proprio per la debolezza del ragazzo. Ieri mattina l’uomo è stato arrestato e messo ai domiciliari con l’accusa di pedofilia, su disposizione del Gip Luigi Barrella a cui il Pm Annagloria Piccininni aveva chiesto la misura. Un accusa non nuova per il cinquantenne che avrebbe già precedenti specifici.
E quanto ha fatto negli ultimi mesi descrivono qualcosa di doppiamente abberrante: per quello che ha vissuto la sua giovane vittima, per quello che è stato capace di porre in essere l’aguzzino per almeno tre mesi, da settembre a novembre scorsi. L’arrestato, infatti, non conosceva la sua vittima e non era di Potenza, ma di un paese vicino. Nel capoluogo veniva appositamente per individuare una «preda» per le sue voglie insane. Così, a quanto ricostruito dai carabinieri della Compagnia di Potenza, guidati dal Capitano Pantaleone Grimaldi, si era appostato davanti la scuola del giovane, individuando il suo stato di particolare debolezza, e poi l’aveva avvicinato. Lo aveva, così, più volte costretto a seguirlo in una zona appartata, a denudarsi, a subire le insane attenzioni sessuali. E una volta, addirittura, lo aveva bendato e condotto nella sua abitazione, dove lo aveva brutalizzato. Un dramma vissuto in silenzio dal giovane. Nella sua situazione di difficoltà, l’unica forma di reazione era la volontà di non andare a scuola.
I genitori avevano percepito questo suo malessere e avevano pensato che il loro figlio fosse vittima di episodi di bullismo. Per cui, nello scorso mese di novembre erano andati in caser ma. Lì, il comandante di stazione Domenico Buonomo ha capito che qualcosa non andava per il verso giusto. Ha iniziato a parlare col ragazzo, ne ha conquistato la fiducia e, in un momento in cui i genitori si erano allontanati, il ragazzo è scoppiato a piangere e ha raccontato il suo dramma. Sono così partite le indagini epr individuare l’aguzzino. Appostamenti, pedinamenti, riconoscimento di foto segnaletiche di persone con precedenti specifiche. Quando ha visto quella dell’uomo ora arrestato, è letteralmente saltato sulla sedia mostrandosi terrorizzato. È tornato a ripetere quel suo racconto e, anche davanti al Pm Piccininni (e prima al sostituto procuratore Claudia De Luca), ha ricostruito più volte l’accaduto, senza cadere mai in contraddizione. Un racconto agghiacciante, che ha imposto la necessità di intervenire subito.
Ora l’aguzzino è ai domiciliari. Ma le indagini non sono finite e si cerca di capire se l’uomo abbia cercato di avvicinare anche altri ragazzi. Un dubbio suggerito dai suoi precedenti. Che ora, speriamo, non si ripeteranno più.
45ENNE ABUSA DELLA FIGLIA DEI VICINI Lui 45 anni, operaio, con moglie e figli, approfittando dell’assenza di altre persone, salta addosso alla figlia dei vicini, che va alle scuole medie, prova a baciarla e la tocca fino a quando la ragazza non riesce a scappare in strada a chiedere l’aiuto dei suoi amichetti che fermano una volante della polizia e raccontano tutto. Scenario anche di questa storia un quartiere periferico di Potenza da cui ieri il 45enne è stato allontanato con un provvedimento di divieto di dimora nel comune disposto dal Gip Luigi Barrella su richiesta del Pm Annagloria Piccininni e notificato ieri mattina da personale dipendente della Sezione Reati in pregiudizio di minori – Abusi sessuali della locale Squadra Mobile.
A quanto ricostruito dagli agenti, già in passato l’uomo avrebbe fatto degli «ammiccamenti» , nei confronti della minore, approfittando dell’amicizia con la famiglia e del fatto di abitare vicino, poi, un giorno, approfittando del fatto che la ragazza era solo in casa, con una scusa si è introdotto nell’abitazione e ha tentato l’approccio sessuale. Una vicenda ripercorsa davanti a agenti, magistrati e assistenti sociali dalla stessa ragazzina, mentre i suoi amici coetanei del rione hanno testimoniato lo stato di agitazione della ragazza corsa in mezzo alla strada per sottrarsi a quelle attenzioni morbose. Un pericolo che ora, con l’uomo allontanato dalla città, la giovane sarà certa di non correre più. GIOVANNI RIVELLI
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