
di LUIGIA IERACE
POTENZA - Due diverse prospettive per guardare Potenza, quella del futuro, dei collegamenti meccanizzati, delle cinquemila e più persone che ogni giorno passano per via Armellini ed arrivano in via Due Torri, nel cuore del centro storico e quella che guarda in «basso», verso la periferia, verso rione Mancusi, in quella valle di incuria e degrado. Sono i due volti delle scale mobili, il nuovo «gioiellino » del capoluogo. Belle, ben curate, fatte per essere vissute anche come luogo di incontro, spazio espositivo, per concerti (come nella serata inaugurale) e soprattutto per snellire il peso del traffico verso il centro storico. Da via Armellini a salire, tutto ok. I commenti sono positivi, del resto i numeri lo confermano, pur se con le cautele per un servizio oggi gratuito. Non bisogna, infatti dimenticare l’esempio della scala mobile «Prima». Con il ticket, i numeri sono calati e quel salto di qualità, che si sarebbe avuto collegando le scale mobili ai due parcheggi, in definitiva non c’è mai stato.
Da via Armellini a scendere, tutto negativo. Il degrado è totale. Sembra un’altra città. Anche qui, il valore aggiunto delle scale mobili, dovrebbe essere il parcheggio. Una struttura gestita da privati, aperta qualche anno fa, ma che aspettava l’apertura delle scale mobili per il rilancio. E speriamo che ci sia, perché chi parcheggia e paga ha bisogno di poter usufruire di un servizio adeguato, in termini di sicurezza, illuminazione e decoro. Oggi, il parcheggio è l’unico collegamento tra via Matera e via Armellini, ma è fruibile (come sollevato dalla
Gazzetta) solo dai clienti del parcheggio che possono utilizzare l’ascen - sore interno e la passerella che li porta di fronte all’ingresso delle scale mobili. Anche la gradinata esterna è del parcheggio. Poi la stazione della metropolitana delle Fal. L’area di pertinenza è in condizioni davvero penose. «È una vergogna», ripetono due cittadini percorrendo quella scalinata piena di fango e rifiuti che porta propriodavanti al monumentale ingresso della scala mobile, in via Armellini. «Se fosse tenuta bene, sarebbe utile anche agli abitanti del rione – sottolinea Rosario Colucci, 20 anni – invece è impraticabile. Non solo il sentiero, ma tutta l’area, soprattutto di sera per la scarsa illuminazione».
«Preferisco la macchina, pago il parcheggio in centro, faccio i servizi e poi torno a casa tranquilla», aggiunge Maria, 26 anni. I giovani non le utilizzano mai le scale mobili. «Chiudono alle 22». Rosario Gioioso, che abita in via Caserma Lucania, invece è più che soddisfatto. «Da quando sono aperte le scale mobili non prendo più la macchina per il centro. Il biglietto? Ben venga. Sono una vera comodità». Vorrebbero poter dire lo stesso quelli che abitano a valle, a rione Mancusi che vedono la «comodità » a due passi ma non possono servirsene.
Lascia il tuo commento
Condividi le tue opinioni su