Agli arresti anche l'imprenditore e consigliere comunale di Melfi, Antonio Lovecchio. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal gip distrettuale, Rocco Pavese, su richiesta del pm della Direzione distrettuale antimafia di Potenza, Francesco Basentini (nella foto)
29 Gennaio 2009
POTENZA - Era a conoscenza di alcuni particolari dell’omicidio di Giancarlo Tetta – ucciso a Melfi (Potenza) il 2 aprile 2008 nell’ambito di una “guerra” tra i clan Delli Gatti e Cassotta – di cui parlava a telefono con alcuni pregiudicati, negando però i fatti nei colloqui con la Polizia, che ha arrestato stamani l’imprenditore e consigliere comunale di Melfi, Antonio Lovecchio, di 44 anni, con l’accusa di favoreggiamento aggravato dal metodo mafioso.
Il provvedimento è stato emesso dal gip di Potenza, Rocco Pavese, su richiesta del pm della Dda, Francesco Basentini: nell’ambito della stessa operazione sono state notificate due ordinanze di custodia cautelare in carcere per Massimo Aldo Cassotta e Adriano Cacalano (già detenuti perchè ritenuti responsabili dell’omicidio di Tetta), per estorsione e incendio.
Il Questore di Potenza, Romolo Panico, e il capo della squadra mobile, Barbara Strappato, hanno spiegato che Cassotta (cognato dell’imprenditore) aveva “chiesto” a Lovecchio denaro per “sostenere i detenuti”: dopo il rifiuto di quest’ultimo, i due avevano deciso di incendiargli l’automobile, il 14 febbraio 2008. Il consigliere comunale aveva poi incontrato i presunti autori dell’incendio “armato di pistola, per rivendicare l'offesa subita con atteggiamento mafioso” e, successivamente, aveva parlato a telefono dell’omicidio di Tetta e dell’intimidazione con alcune persone, tra cui alcuni pregiudicati.
Si tratta di un intreccio di vicende, hanno evidenziato Strappato e Panico, a cui si aggiunge anche il fatto che Lovecchio “aveva finanziato l’attività canora di Tetta”: il tutto, hanno concluso, “emerge dalle intercettazioni, e non si escludono altri particolari dalle telefonate”.
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