Avigliano: in una Rsa inaugurata la prima tenda degli abbracci della Basilicata
NEWS DALLE PROVINCE
Nonna Maria festeggia 106 anni: è la più longeva della provincia di Brindisi
i più letti
Lunedì prossimo sarà attivata la prima postazione di telelavoro nell’Azienda sanitaria di Matera. L'iniziativa coinvolge un non vedente di Grassano, di 39 anni, già dipendente dell’Asm, che adesso potrà svolgere le funzioni di centralinista da casa utilizzando le moderne tecnologie
• «Non vedevo l'ora», scherza Mario
17 Gennaio 2009
MATERA - Ha la dimensione di una goccia in mezzo al mare, ma ora non si potrà certo più pensare che si tratta di un capitolo appartenente al libro dei sogni. Lavorare stando a casa non è più letteratura fantastica. La notizia è sintetizzabile in una data, il 19 gennaio, che a livello territoriale è anche una sorta di giro di boa. Lunedì prossimo sarà attivata la prima postazione di telelavoro nell’Asm, l’Azienda sanitaria di Matera. Per la precisione, l'iniziativa coinvolge un non vedente di Grassano, di 39 anni, già dipendente dell’Asm, che adesso potrà svolgere le funzioni di centralinista da casa utilizzando le moderne tecnologie di comunicazione.
Gli anglosassoni lo chiamano telework e, normalmente, si riferiscono a qualsiasi attività svolta a distanza dalla sede dell’ufficio o dell’azienda per cui si lavora. Una pratica che si è andata affermando progressivamente a seguito dell’esigenza di prestazioni di lavoro flessibili e personalizzate.
A livello locale, la decisione dell'Azienda è maturata a valle di una precisa richiesta del responsabile dell'Unità operativa Comunicazione - Ufficio Relazioni con il Pubblico, Pietro Centolanza, che tendeva anche a razionalizzare il servizio di centralino funzionante 24 ore al giorno.
«Semplificando al massimo - commenta in proposito Centolanza, una laurea in sociologia spesa a favore del pianeta sanità - il telelavoro può essere inteso come un modo di lavorare indipendente dalla localizzazione geografica dell'ufficio o dell'azienda, facilitato dall'uso di strumenti informatici e telematici. Nel caso specifico, che io sappia, siamo al traguardo non banale del primo caso in provincia di Matera e probabilmente della Basilicata. Non conosco la situazione fuori regione. Ad ogni modo, la legge c’era e i finanziamenti pure. Come azienda sanitaria il progetto lo abbiamo messo in piedi in tempi brevissimi, a novembre; successivamente abbiamo dovuto ben calibrare le nostre esigenze con Telecom. E poi, non è che non conoscevamo i problemi, i sacrifici enormi che affrontava il nostro cntralinista dovendosi spostare da Grassano al posto di lavoro e viceversa. Non c’è nulla da nascondere, il fattore umano ha giocato un ruolo importante in questa vicenda.
La valutazione costi-benefici è stata altrettanto decisiva, si tratta di una forma di decentramento a basso costo delle attività d’ufficio e assicura lo stesso tipo di prestazioni anche con turni di notte. Cosa prima davvero micidiale per qualunque portatore di handicap pendolare impegnato in un servizio che va avanti 24 ore su 24. E siccome stiamo parlando di una persona, oltre che preparata anche molto seria, ha già comunicato la sua volontà di rinunciare a una serie di benefici previsti dalla legge 104 a favore di portatori di handicap. Vuol dire che la nuova organizzazione del lavoro - conclude Centolanza - può svolgere anche una funzione di integrazione concreta a livello psicologico, ovvero far sentire il disabile un cittadino come tutti gli altri».
Il provvedimento al quale faceva riferimento Centolanza segue all'avvio del progetto previsto dalla legge n.53 del 2000 (approvato dal Dipartimento per le Politiche della famiglia presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e proposto dall'Ufficio relazioni sindacali della Asm), sulla attuazione di misure sul telelavoro che prevede, laddove sia tecnicamente possibile, prestazioni di lavoro al di fuori della sede naturale dell'Ente, utilizzando il supporto di tecnologie dell'informazione e della comunicazione.
Positive valutazioni sono state espresse dal direttore generale della Asm Vito Gaudiano. «Il provvedimento - ha detto - che nasce da una precisa volontà del precedente direttore generale della Asl n.4, Domenico Maroscia, consente di valorizzare benefici sociali e personali, oltre che a migliorare l'organizzazione del lavoro nell'ambito delle attività di servizio del centralino telefonico, ove opera un lavoratore non vedente della nostra Azienda».
LE RUBRICHE
Lascia il tuo commento
Condividi le tue opinioni su