di PINO PERCIANTELAGONEGRO - Nove milioni di euro a chilometro. È come se al posto dell’asfalto ci fosse una colata d’oro. Tanto è costata la «bretella» di collegamento tra la fondovalle 585 e l’autostrada A3, nel territorio lucano. La strada, progettata quasi trent’anni fa, è ancora chiusa. Incompleta. A ottobre l’Anas aveva annunciato u n’imminente conclusione dei lavori con apertura al traffico (era prevista per il 26 dicembre), ma ieri è arrivata la doccia fredda: la ditta impegnata nella realizzazione dell’opera, la Seas, è stata commissariata sulla scia di problemi giudiziari.
L’ennesimo stop del cantiere fa slittare non si sa a quando l’ultimazione della strada su cui sembra gravare il peso di una vera e propria maledizione, visto che dopo anni e anni non si riesce ancora a completarla. A questo punto due sono le ipotesi: rescissione del contratto con la Seas (l’Anas ha già avviato le procedure) oppure aspettare che l’impresa umbra risolva i suoi problemi. In questo caso l’attesa, da quanto si sa, dovrebbe durare fino alla prossima primavera. L’Anas di Potenza ha già informato la direzione centrale di Roma dell’azienda delle strade al fine di decidere sul da farsi.
La bretella che dovrebbe collegare la 585 con l’abitato di Lauria è lunga appena 3 chilometri ma è in corso ormai da quasi trent’anni per una spesa di ben 27 milioni di euro: 9 milioni di euro a chilometro. Per questa ragione è stata anche soprannominata la «bretella d’oro», essendo i tre chilometri tra i più costosi, se non i più costosi, della Basilicata. Se e quando sarà ultimata, la strada consentirà di raggiungere Lauria dalla 585 in pochi minuti e sarà utile anche a chi proviene da Maratea oppure dai centri dell’alto tirreno cosentino ed è diretto nella valle del Mercure. In prospettiva il collegamento dovrebbe essere potenziato per arrivare direttamente sull’A3.

Ma ripercorriamo la storia travagliata di questa arteria. I lavori cominciarono verso la fine degli anni ’80 e si bloccarono a cavallo tra il 1992 e il 1993 a causa di un contenzioso con la ditta che li stava eseguendo (azienda che poi fallì). Solo due anni fa all’incirca, dopo quindici anni, i lavori ripresero. Nel frattempo, però, l’Anas fu costretta a riprogettare il completamento e vollero altri sette milioni di euro circa per far ripartire il cantiere. Ma i problemi non finirono lì. Infatti, durante l’esecuzione dei lavori si scoprì che la situazione legata all’arcinota fragilità del territorio lucano, ed in particolare del Lagonegrese, si stava aggravando. C’era quindi bisogno di realizzare alcune opere di consolidamento del corpo stradale, per le quali venne predisposta un’apposita perizia di variante approvata nei mesi scorsi.
Sembrava tutto risolto, avviato a conclusione. E, invece, fu l’inizio di un’altra interruzione. Delusi, ovviamente, i sindaci dell’area e anche l’assessore regionale alle infrastrutture, Innocenzo Loguercio, che aveva accolto con soddisfazione l’annuncio dell’Anas sull’apertura del 26 dicembre: «Questi ritardi - dice Loguercio - penalizzano un’intera comunità, visto che la bretella consentirebbe di raggiungere Lauria dalla 585 in 5 minuti contro i circa 20 minuti che si impiegano percorrendo l’attuale tracciato. La strada è diretta nella valle del Mercure. In cinque minuti si potrà raggiungere l’abitato di Lauria per poi immettersi sull’A3 o sulla Sinnica. In prospettiva il collegamento dovrebbe essere potenziato per arrivare direttamente sull’autostrada». Ma ci vorrebbero altri soldi. E di soldi ne sono stati spesi già troppi.
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