
TITO - Occhi arrossati. Sul volto i segni di una notte di paura. Fermi, immobili davanti al crollo: se potessero rimetterebbero tutto a posto con le loro mani. Ma si sentono impotenti di fronte a quella strada sgretolata, al muro che è scivolato giù, all'impossibilità di tornare a casa. Siamo in via san Vito, in pieno centro cittadino, a Tito: qui, alle due di notte tra lunedì e martedì, una frana ha sconquassato la strada adiacente, la passerella di accesso a un edificio. E il sonno degli inquilini, una quindicina in tutto, costretti a lasciare le proprie abitazioni sulla scia di un'ordinanza di evacuazione emessa dal sindaco del paese, Pasquale Scavone. Sul posto, subito dopo l'accaduto, sono intervenuti i vigili del fuoco, i carabinieri e gli agenti della polizia municipale che hanno transennato l'area in attesa di ulteriori rilievi geologici. Sondaggi tecnici che dovranno stabilire le cause della frana e, soprattutto, se esistono pericoli per il palazzo che confina con quello interessato dallo smottamento.
Sempre a scopo precauzionale il Comune ha emesso un’ordinanza di divieto di utilizzo di garage nella parte sovrastante: «Abbiamo deciso di sgomberare le sei famiglie – sottolinea il sindaco Scavone – solo per prevenire possibili problemi. Dobbiamo approfondire la questione. A prima vista, comunque, credo che il palazzo non abbia subìto danni. Lo scivolamento del terreno ha coinvolto soltanto un muro di contenimento che, ruotando, ha determinato una depressione tra i due edifici presenti nella zona. Al momento non possiamo escludere nulla. Saranno i geologi a dirci se ci dovranno essere ulteriori provvedimenti di sgombero». A tal proposito, ieri sono giunti in paese, allertati dallo stesso sindaco, tecnici della Protezione civile per supportare l'amministrazione comunale sulle valutazioni del caso.
Esami più approfonditi diranno cosa bisogna fare per mettere in sicurezza l'edificio sgomberato: è stato escluso, almeno per ora, un coinvolgimento diretto degli edifici vicini nel movimento del terreno. «Il nostro primo pensiero – insiste il sindaco che si è recato sul posto pochi minuti dopo l'accaduto – è quello di tutelare gli abitanti». Già, i residenti. Se le loro case dovessero restare «off-limits», dove andranno a dormire? «I cittadini si sono già rivolti ad amici e parenti – conclude Scavone – ma l'amministazione comunale è pronta a scendere in campo qualora ce ne fosse bisogno. Chi vuole può trovare ospitalità in un albergo del paese, ma speriamo che l'allarme rientri al più presto». Inguaribile ottimista, il sindaco.
I residenti, invece, temono che le criticità si amplifichino con il passare dei giorni: «Da queste parti le infiltrazioni d'acqua sono di casa. Spesso si è dovuto intervenire per ripristinare le condotte idriche: forse alla base di questo smottamento ci sono proprio le perdite d'acqua che hanno reso ancor più fragile il terreno. E le piogge di questi giorni non certo aiutano». Il maltempo, insomma, è lo spauracchio numero uno. D’altra parte Tito, che ha un territorio particolarmente esposto al rischio frana, ha già dovuto fare i conti in passato con smottamenti causati proprio da abbondanti precipitazioni.
«Bisogna fare presto - tuonano i residenti - per avere un quadro completo e dettagliato della situazione. Pe rdere tempo sarebbe davvero imperdona - bile considerando la gravità del caso». I cittadini contano i minuti che li separano dal ritorno a casa. Un modo per esorcizzare la paura di un trasloco definitivo.
Massimo Brancati
• I testimoni: abbiamo avuto paura ma vogliamo tornare a casa
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