Guerra di mafia in Basilicata arrestato «il terzo uomo»
Saverio Loconsolo, 29 anni, detto Elio, di Melfi, è ritenuto il terzo componente del gruppo di fuoco che il 2 aprile di quest'anno ha ucciso a Melfi Giancarlo Tetta, 39 anni, nel corso di un agguato di chiara matrice mafiosa. L'arresto nell'ambito delle indagini sulla guerra tra clan nell'area del Vulture-melfese. Le indagini partite da una telefonata
04 Ottobre 2008
POTENZA - L'intercettazione di una conversazione telefonica fra due persone che lo indicavano come autista e «palo» del commando che, il 2 aprile scorso, uccise a Melfi (Potenza) Giancarlo Tetta, è stata alla base delle indagini della Polizia che hanno portato all'arresto di Saverio Loconsolo, di 29 anni.
Lo ha detto poco fa, a Potenza, la dirigente della squadra mobile, Barbara Strappato, in un incontro con i giornalisti. Le indagini hanno successivamente messo in luce alcune contraddizioni nell'alibi e negli spostamenti di Loconsolo e di Adriano Cacalano (già detenuto insieme a Massimo Cassotta, ritenuti i responsabili dell'omicidio di Tetta).
La Polizia, inoltre, ritiene che all'esecuzione del delitto abbia partecipato, oltre a Cacalano, Cassotta e Loconsolo, anche una quarta persona, forse incaricata di bruciare l'auto del «gruppo di fuoco». Strappato, riferendosi al fatto che i due intercettati che parlavano di Loconsolo hanno poi negato davanti al magistrato di aver mai parlato del delitto di Tetta, ha chiesto ai cittadini del Vulture-Melfese di «rompere il silenzio», facendo segnalazioni alle forze dell'ordine, «anche in forma anonima».
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