Ponte Picerno ancora chiuso, nel Potentino traffico e disagi
di OTTAVIO AMENDOLA Altri due mesi di una viabilità soffocata, con traffico decuplicato, attività economiche penalizzate, pericoli aumentati. In alcuni tratti, come vicino all'Istituto comprensivo, è impossibile attraversare
Nel Materano chiusa la strada provinciale Salandra-Garaguso
29 Settembre 2008
i>di OTTAVIO AMENDOLA
PICERNO - Due mesi ancora e il ponte di Picerno sarà riaperto. Ad una sola corsia, a senso alternato, ma sarà riaperto. Intanto tutta l'area conta i danni, quelli economici pagati dalle aziende e dai punti commerciali che si trovano lungo via Gramsci, Aldo Moro e Giacinto Albini. Lungo queste arterie stradali il traffico si è decuplicato: macchine, camion, furgoni, di notte e di giorno sfrecciano senza sosta. Ed è saltata tranquillità, sicurezza: disco rosso per bambini ed anziani ad attraversare la strada come ci confermano Lucia Capace e Giuseppina Luciano, addette alla gestione del punto commerciale «Brio» funzionante lungo via Gramsci. Ma per l'intensità del traffico, aggiungono le due lavoratrici, e diminuita anche molta clientela che vive in campagna e Picerno ha una popolazione rurale molto alta. Più in là, sempre in via Gramsci c'è un forno e anche qui la stessa musica: la vendita si è ridotta del 20%.
Ci spostiamo in via Aldo Moro, dove funziona l'Istituto comprensivo che raccoglie gli alunni delle elementari e delle medie, una popolazione scolastica di oltre 600 alunni e la preside Annamaria Basso non nasconde le sue preoccupazioni. Anche perché, ci dice la preside, gli alunni all'uscita dalla scuola, dopo essere rimasti seduti nei banchi per ore sono portati a correre e non si controllano. Per fortuna c'è un posto di blocco disposto dai vigili urbani, il che porta gli automobilisti a rallentare e in conseguenza a diminuire il pericolo. Sulla 94, nei pressi del bivio Picerno, a parlarci sono Eufemia e Faraone, titolari di una autocarrozzeria che da lavoro a una decina di persone. Ma dalla chiusura del ponte i clienti non vengono più, preferiscono aziende più vicine ed evitare il «giro del mondo» per arrivare qui, dicono un poco sconsolati i due imprenditori sono solo alcune voci della comunità picernese che più di altre pagano il prezzo dell'emergenza: dai lavoratori pendolari della Fiat agli studenti pendolari, dagli imprenditori agli operai.
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