di MIMMO SAMMARTINO
POTENZA - Siamo ormai all'epilogo dell'estate 2008. Si può già tentare di abbozzare un primo bilancio su come è andata la stagione turistica? L'aria che tira tutt'intorno non sembra essere delle migliori. Con il costo della vita che sale, gli stipendi che sono paralizzati, il petrolio e la benzina alle stelle, i libri di scuola aumentati, insieme al pane e alla pasta. Con questi chiari di luna tutto il Paese è concentrato a stringere la cinghia. E le villeggiature - che sono un piacere, ma certamente vengono gerarchicamente dopo le spese per vitto, alloggio, sanità e scuola - non potevano che subirne le conseguenze. E la gente le ha ridotto all'osso.
L'Italia vacanziera deve fare i conti con la crisi. Una condizione che coinvolge, ovviamente, anche la Basilicata. E, alla luce di tutto questo, com'è andata per il turismo lucano? Troppo presto, ovviamente, per poter mettere insieme un dato definitivo. Ma basta guardarsi in giro e porre qualche domanda per capire la tendenza. A dirla in due parole: la situazione lucana si presenta «a macchia di leopardo». Con alcune buone perfomance e altre situazioni deludenti.
A Matera piangono («c'è stato un calo evidente»). A Maratea distinguono: («calo di presenze a luglio, ad agosto non male. Ma il problema è che solo agosto non basta all'industria del turismo»).
«Difficile poter avere un quadro certo in corso d'opera - osserva Gianpiero Perri, direttore dell'Apt - però una valutazione empirica della situazione, con riscontri che ho potuto effettuare girando fra le diverse realtà turistiche regionali, mi pare che possa comunque offrire alcune indicazioni abbastanza credibili e un qualche orientamento. E mi pare che i risultati lucani siano un po' più confortanti rispetto alla tendenza non positiva del turismo nel Paese». Il quadro delineato da Perri vede una Basilicata nella quale - come accade d'altronde nel resto d'Italia - si pratica sempre di più la mini-vacanza. Si riduce il tempo della villeggiatura e il numero di giorni di permanenza. A subire i colpi più pesanti non sono le situazioni maggiormente organizzate
(gli alberghi di fascia alta o i villaggi turistici). Non a caso il presidente dell'Apt vede bene l'andamento, anche in questo 2008, di realtà come il Metapontino, ad esempio.
Pagano il prezzo più pesante soprattutto le realtà turistiche più «popolari»: gli alberghi di fascia bassa (da alcuni «tre stelle» in giù) o gli stessi agriturismi. «Va poi aggiunto che la situazione, talvolta drammatica, del nostro sistema viario, non agevola certo le realtà interne o lo stesso Pollino», osserva Perri. «Ci possiamo attendere, nel bilancio finale che sarà fatto dopo l'estate, un calo complessivo anche qui (come nel resto d'Italia) - conclude il direttore dell'Apt - ma non credo che avremo un risultato drammatico. Anzi, mi aspetto anche qualche situazione in controtendenza».
Matera, i Sassi non bastano
Le presenze: non solo pugliesi e lucani
Lascia il tuo commento
Condividi le tue opinioni su