La Giunta regionale lucana ha approvato l'avviso pubblico per la reindustrializzazione e salvaguardia dei livelli occupazionali del sito produttivo inattivo, nell'area industriale di Atella (Potenza)
20 Maggio 2008
POTENZA - La Giunta regionale della Basilicata ha approvato l'avviso pubblico per la reindustrializzazione e la salvaguardia dei livelli occupazionali del sito produttivo inattivo ex Filature di Vitalba, nell'area industriale di Atella (Potenza), con l'obiettivo - ha spiegato l'assessore regionale alle attività produttive, Vincenzo Folino - di «promuovere e sostenere il processo di reindustrializzazione del sito produttivo inattivo attraverso l'individuazione di soggetti imprenditoriali interessati alla realizzazione di un piano di reindustrializzazione e di salvaguardia dei livelli occupazionali».
Il sito - è scritto in una nota dell'ufficio stampa della Giunta regionale «si compone di un lotto industriale della superficie complessiva di circa 35 mila metri quadrati» e una parte coperta (circa 1.500 metri quadrati) «sarà destinata al costituendo Consorzio di Ricerca Tessile».
Folino ha spiegato che «la Regione, dopo l'avviso pubblico riguardante la ex Standartela, punta a sostenere la reindustrializzazione del sito dell'ex Filatura di Vitalba mettendo a disposizione strumenti normativi e risorse finanziarie capaci di accompagnare le imprese interessate a sviluppare nuove iniziative industriali nei siti produttivi inattivi del territorio regionale, con particolare attenzione ai settori della ricerca e dell'innovazione, ed a mantenere i livelli occupazionali anche attraverso progetti di formazione professionalizzante e di formazione continua».
«La Regione Basilicata - ha concluso Folino - continua così a mettere in campo azioni per sostenere lo sviluppo dei territori, delle imprese, dell'occupazione. Nei prossimi giorni, come già annunciato, la Giunta regionale approverà il disegno di legge a sostegno della competitività delle imprese. Mentre stiamo già lavorando per la reindustrializzazione di siti inattivi in altre aree industriali come la Valbasento».
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