Lo ha detto il segretario di Potenza della Uil, il quale «ha ribadito la proposta di rilanciare, con la ripresa della concertazione, la 'mission' dello stabilimento di Melfi all'interno del gruppo»
12 Aprile 2008
POTENZA - «La decisione grave (e per ora isolata nel contesto dell'indotto Fiat) della 'Stampi 4' di non richiamare in servizio una parte dei lavoratori interinali, a seguito del cambiamento di organizzazione del lavoro allo stabilimento di Melfi (Potenza) della Fiat con 15 turni e non più 17, non va sottovalutata, perchè è anch'essa una spia di cosa potrebbe accadere nell'indotto se non non si amplia e si diversifica la produzione alla Sata, come la Uil e la Uilm stanno chiedendo da tempo».
Lo ha detto, in una nota, il segretario di Potenza della Uil, Carmine Vaccaro, il quale «ha ribadito la proposta di rilanciare, con la ripresa della concertazione, la 'mission' dello stabilimento di Melfi all'interno del gruppo Fiat e delle scelte sui modelli in produzione che a Melfi non possono limitarsi agli attuali».
Riferendosi alla riforma dell'organizzazione del lavoro, Vaccaro ha sottolineato che «va costruito un pacchetto legislativo organico sul mercato del lavoro incentrato sul lavoro stabile, a tempo indeterminato. Accanto a questa, che deve restare la forma ordinaria e prevalente di lavoro, e soltanto come elemento rafforzativo della stessa, va immaginata e disciplinata una 'flessibilità controllata e governata', sul modello della 'flexicurity' dei Paesi scandinavi, che possa contemperare le esigenze delle imprese con quelle dei lavoratori, non lasciando - ha concluso il sindacalista - nessun lavoratore, sia esso dipendente o autonomo privo della continuità della tutela giuridica, formativa ed assistenziale».
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