Dopo aver scoperto che nell'ospedale di Potenza c'erano delle miscrospie, il dg scrive alla Procura: per come erano piazzate potevano causare cortocircuiti e interferire con la strumentazione chirurgica
20 Febbraio 2008
POTENZA - Alcune «cimici» sono state installate in ambienti dell'ospedale di Potenza - nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla magistratura - con un intervento «eseguito con modalità assolutamente inadeguate» e tali da costituire «potenziali rischi per la salute pubblica»: lo ha rilevato il direttore generale dell'azienda ospedaliera, Rubino Grieco, che ha trasmesso alla Procura una dettagliata relazione tecnica.
Grieco si è detto «certo che la Procura saprà ricercare eventuali responsabilità» nell'errata installazione delle microspie, «anche al fine di restituire sicurezza e serenità all'intera comunità ospedaliera». Secondo l'azienda, infatti, le «cimici» sono state piazzate in maniera tale da costituire un «rischio elevatissimo di fulminazione», con pericoli per la centrale telefonica dell'ospedale; in un altro caso, le microspie avrebbero potuto - sempre secondo la direzione dell'ospedale - «innescare un'esplosione» nei pressi dei serbatoi di gasolio; infine, vi sarebbe stato il pericolo di «interferenze sulle sofisticate apparecchiature per la chirurgia e il monitoraggio» delle sale operatorie, «mettendo a rischio l'incolumità dei pazienti».
Le microspie sono state scoperte dalla Polizia nei giorni scorsi (la notizia è stata pubblica oggi dalla «Gazzetta del Mezzogiorno» e da «Il Quotidiano») dopo che alcune guardie giurate in servizio in ospedale avevano notato manomissioni ad alcuni impianti elettrici.
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