È stata definita «eccezionale» dagli archeologi la scoperta dei resti dei due esseri umani, morti 2400 anni fa, in una tomba dell'antica colonia greca di Herakleia
06 Febbraio 2008
POLICORO (Matera) - I resti di una donna e, collocati fra le ossa del suo bacino, quelli di un feto ormai prossimo al parto, sono stati trovati in una tomba - risalente al quarto secolo avanti Cristo e considerata «di interesse eccezionale» - scoperta a Policoro (Matera), l'antica colonia greca di Herakleia.
La scoperta degli archeologi lucani e del Museo della Siritide di Policoro «per ora sembra costituire l'unico caso di decesso per parto e di consanguineità accertata nelle necropoli di tutta la Magna Grecia»: la donna sarebbe morta mentre la sua gravidanza era in stato avanzato o per complicazioni del parto. I due scheletri sono in «ottimo stato di conservazione», secondo gli esperti, i quali pensano di poter risalire all'età della donna, stabilire lo stadio della gravidanza, ormai vicina alla fine se si considerano le ossa del feto, e addirittura il sesso del feto stesso. Oltre ai due scheletri, nella tomba - che è "a cassa" e fu realizzata con grosse lastre di arenaria - sono stati trovati due vasetti contenenti oli profumati, di solito utilizzati per il lavaggio e l'unzione del corpo in vista della cerimonia funebre, e ornamenti personali come spille in ossa a forma di delfino, simili ad altri esemplari trovati nella zona della Magna Grecia fra Policoro e Taranto.
A rendere nota la sorprendente scoperta il direttore, Salvatore Bianco: «Il centro moderno di Policoro si sovrappone parzialmente all'area urbana dell'antica città greca, intorno alla quale si disponevano i cimiteri lungo le grandi strade in uscita dall'antica città. Il nucleo di sepolture individuato si inserisce nella grande necropoli meridionale, costituita da vasti lotti cimiteriali utilizzati probabilmente da gruppi parentelari allargati della popolazione eracleota residente all'incirca nell'area urbana antica compresa tra le attuali via Colombo e viale Salerno. All'interno del nucleo di sepolture di interesse eccezionale si è rivelata una tomba a cassa realizzata con grandi lastre diarenaria, al cui interno, intorno alla metà del IV secolo a. C., era stato deposto un soggetto femminile deceduto in uno stato di avanzata gravidanza, quasi sicuramente in un momento di parto imminente e per cause dovute a complicazioni dello stesso. All'interno del bacino del soggetto femminile sonostati trovati i resti scheletrici di un feto mai nato. L'ottimale stato di conservazione dei due reperti scheletrici rappresenta un fatto eccezionale. La donna era accompagnata da un corredo ceramico costituito da due lekythoi (vasetti contenitori di oli profumati utilizzati per il lavaggio e l'unzione del corpo nel corso della preparazione della cerimonia funebre) e da ornamenti personali come le fibule (spille) in osso in forma di delfino simili ad altriesemplari noti in Magna Grecia, in particolare da Herakleia e da Taranto».
I lavori di scavo sono stati condotti dallo stesso personale del Museo nazionaledi Policoro con l'ausilio tecnico del gruppo di imprese impegnate nei lavori di urbanizzazione di via Agrigento.
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