A lanciare l'allarme è Donato Distefano, vicepresidente nazionale dell'Anbi (Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni) e presidente regionale della CIA Basilicata. Critica la situazione anche in Puglia
21 Gennaio 2008
ROMA - Le necessità finanziarie per la difesa del suolo in Basilicata ammontano a 3,3 miliardi di euro, a fronte di uno stanziamento fermo al periodo 1998-2003, che per il territorio lucano è di 14,41 milioni di euro.
A lanciare l'allarme è Donato Distefano, vicepresidente nazionale dell'Anbi (Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni) e presidente regionale della Confederazione italiana agricoltori. In un incontro a Bari questa mattina Distefano ha spiegato che gli stanziamenti per Basilicata, Puglia e Campania ammontano «complessivamente a 39,1 miliardi di euro del 2003 e coprono il 7,4 per cento delle necessità, nonostante l'Agenzia per la protezione dell'Ambiente (Apat) abbia stimato che in Italia negli ultimi 80 anni si sono registrate 5.400 alluvioni e 11mila frane».
Le tre regioni, ha spiegato Distefano, fanno parte di un unico gruppo interregionale, riunitosi in questo periodo per esaminare le questioni riguardanti i consorzi di bonifica in vista della terza Conferenza organizzativa nazionale dell'Anbi in programma a Sirmione. Per Distefano è necessaria una cabina di regia sulla gestione delle risorse idriche e «un nuovo patto civico tra agricoltura e società sui temi della qualità ambientale-territoriale, dell`acqua e della bonifica».
I consorzi di bonifica, ha aggiunto il presidente di Cia Basilicata, comprendono circa 18 milioni di ettari di territorio, il 60 per cento della superficie del Paese e per il 20 per cento servita da opere di irrigazione, un migliaio di impianti di sollevamento, centinaia di invasi, impianti idrovori, acquedotti e impianti di produzione di energia elettrica.
Svolgono attività storiche di manutenzione degli alvei fluviali, dei canali e dei bacini imbriferi, di manutenzione e gestione di opere infrastrutturali, idrauliche e ambientali, di regimazione delle acque, gestione degli invasi e dei sistemi di irrigazione. «Occorre - ha concluso Distefano - rendere più funzionali tali strutture, riorganizzando dove c'è bisogno, riducendone il numero per aumentarne l`efficienza e ridurne il costo relativo, semplificando i rapporti con la contribuenza e puntando a soluzioni che unifichino le riscossioni».
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