Pietro Laureano è un architetto materano consulente dell'Unesco, in questi giorni spiega perchè sono a rischio le chiese rupestri di Lalibea, la 'Gerusalemme africana'
24 Dicembre 2007
MATERA - Sono a rischio di crollo gli ambienti ipogei e le sottostanti chiese rupestri di Lalibea (Etiopia), nota come la Gerusalemme d'Africa, a causa della costruzione di basi in cemento armato e di tralicci di acciaio per un progetto finanziato dall'Unione europea per circa sette milioni di euro, allo scopo di realizzare coperture protettive sull'area.
Lo ha reso noto l'architetto materano Pietro Laureano, consulente dell'Unesco e presidente di Ipogea, in questi giorni in Etiopia per avviare le fasi di rilevazioni e di recupero del patrimonio di chiese rupestri copte, risalenti al 1200 e poste sotto la tutela dell'Unesco: «Colate di cemento e pilastri di acciaio - ha detto Laureano - deturpano la 'Gerusalemme africana' con un mega progetto di protezione delle cripte, che non tiene conto della specificità e della precarietà dei luoghi. Tenteremo di fermare questi lavori - ha concluso l'architetto italiano - che prevedono la realizzazione di quattro strutture di questo tipo, con l'apporto della comunità internazionale».
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