Un protocollo d'intesa tra il Parco e l'Istituto nazionale di economia agraria «finalizzato ad attrarre le risorse comunitarie previste le per le Regioni Basilicata e Calabria»
13 Novembre 2007
POTENZA - Il Parco nazionale del Pollino e l'Istituto nazionale di economia agraria (Inea) hanno siglato, stamani, a Roma, un protocollo d'intesa «finalizzato ad attrarre le risorse comunitarie previste le per le Regioni Basilicata e Calabria». Lo ha reso noto l'ufficio stampa del Parco in un comunicato nel quale è precisato che «si tratta di uno strumento che consente di analizzare le opportunità di sviluppo collegate ai programmi comunitari 2007/2013».
In particolare il Parco e l'Inea Basilicata e Calabria, nell'ambito dello sviluppo rurale del territorio di riferimento, condurranno delle analisi riguardo la competitività delle imprese, la tutela delle risorse naturali, la qualità della vita delle popolazioni rurali.
L'obiettivo finale del protocollo, sottoscritto dal Presidente del Parco, Domenico Pappaterra e dal Presidente dell'Inea, Lino Rava, è quello «di predisporre un rapporto congiunto dei due Enti che delinei orientamenti ed indirizzi progettuali su ipotesi di sviluppo rurale sulle tematiche indicate. Orientamenti ed indirizzi che dovranno essere
coerenti con le strategie e le procedure dei programmi comunitari 2007/2013, oltre che utili ai fini della predisposizione degli strumenti di gestione del Parco, ovvero del Regolamento del Parco, del Piano pluriennale economico e sociale e dello stesso Piano del Parco».
«E' un ulteriore, importante, passo in avanti - ha osservato Pappaterra - verso la definizione delle linee strategiche e delle modalità operative necessarie per definire una programmazione che sia in grado di attrarre sul Pollino i fondi comunitari e, al contempo, di offrire risposte concrete al territorio in termini di competitività del mondo produttivo, nel pieno rispetto dell'habitat e garantendo la migliore qualità della vita possibile alle popolazioni, in particolar modo a quelle che abitano, vivono e lavorano nelle zone agricole».
«Non è l'ennesimo rapporto avulso dalla realtà, su quello che si potrebbe fare, ma - ha concluso Pappaterra - un dettagliato resoconto degli elementi reali su cui costruire il futuro rurale del Parco».
Lascia il tuo commento
Condividi le tue opinioni su