Il capoluogo e Amatrice (Rieti) - dove nacque padre Giovanni Minozzi, che realizzò l'indimenticabile "progetto di carità" a Potenza - si sono gemellati ufficialmente
11 Novembre 2007
POTENZA - I Comuni di Potenza e di Amatrice (Rieti) - dove nacque padre Giovanni Minozzi, sacerdote che realizzò un "progetto di carità" che ha lasciato tracce indelebili nel capoluogo della Basilicata - si sono gemellate ufficialmente oggi durante una manifestazione promossa in occasione del decennale del Centro studi minozziano.
I sindaci dei due Comuni, Vito Santarsiero (Potenza) e Carlo Fedeli (Amatrice), si sono scambiati doni e documenti prima che il Sottosegretario di Stato, Giampaolo D'Andrea, rievocasse la figura e l'opera di don Minozzi, nato ad Amatrice, allora in Abruzzo, nel 1884, e morto nel 1959. D'Andrea ha ricordato gli studi che don Minozzi fece nel Seminario dell'Apollinare, a Roma, dove ebbe contatti con altri due importanti sacerdoti lucani, don Vincenzo D'Elia e don Giuseppe De Luca. Dopo la Guerra di Libia e la Prima Guerra Mondiale, durante la quale erano caduti circa novemila lucani (la Basilicata fu la regione che, in percentuale sulla popolazione, diede il maggior numero di morti al conflitto) il sacerdote cominciò una visita a Potenza il 6 ottobre 1919, rimanendo sconvolto dalle condizioni in cui trovò la popolazione (scrisse che i bimbini avevano "la vita come l'alba").
D'Andrea ha evidenziato che furono 16 gli istituti minozziani creati in Basilicata, su 123 presenti in Italia, con 15 mila ragazzi: "Ma nessuno - ha aggiunto lo storico - come lui stesso scrisse, gli diede problemi quanto quello di Potenza. Don Minozzi annotò che 'anche Giobbe si sarebbe stancatò". Ma egli resistette, entrando anche in conflitto, nel 1931, con il prefetto della città, per motivi che nascondevano l'avversione al regime fascista.
Alla manifestazione - durante la quale sono stati consegnati anche i premi dell'ottava edizione di un premio di saggistica dedicato a Padre Minozzi - hanno partecipato anche l'arcivescovo di Potenza, monsignor Agostino Superbo, il superiore generale dei Discepoli, padre Antonio Giura, il presidente dell'Opera nazionale Mezzogiorno d'Italia, padre Michele Celiberti, il presidente del Centro studi minozziani, Giuseppe Monaco, il sen. Antonio Boccia, il vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata, Franco Mattia.
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