Sei perquisizioni a carico di giornalisti e appartenenti all'Arma dei Carabinieri sono in corso a Matera, a Roma e in Puglia nell'ambito di un'inchiesta in cui sono ipotizzati il reato di associazione per delinquere finalizzata alla diffamazione a mezzo stampa e alla violazione del segreto istruttorio, in relazione all'inchiesta cosiddetta "toghe lucane" cosiddetta della Procura di Catanzaro. L'Ordine dei giornalisti: ipotesi inverosimile
26 Luglio 2007
MATERA- Sei perquisizioni a carico di giornalisti e appartenenti all'Arma dei Carabinieri sono in corso a Matera, a Roma e in Puglia nell'ambito di un'inchiesta in cui sono ipotizzati il reato di associazione per delinquere finalizzata alla diffamazione a mezzo stampa e alla violazione del segreto istruttorio, in relazione all'inchiesta cosiddetta "toghe lucane" della Procura di Catanzaro.
Secondo quanto si è appreso, la Polizia sta perquisendo abitazioni e studi professionali dell'editore, del direttore e di un redattore del periodico "Il resto" di Matera (Emanuele e Nino Grilli e Nicola Piccenna), del giornalista del "Corriere della Sera", Carlo Vulpio - che per primo scrisse dell'inchiesta della Procura calabrese - del giornalista della trasmissione televisiva "Chi l'ha visto?", Gianloreto Carbone, e del capitano dei Carabinieri Pasquale Zacheo, comandante della compagnia di Policoro (Matera) dell'Arma.
L'inchiesta è coordinata dal pm di Matera, Annunziata Cazzetta, ed è la conseguenza di denunce presentate dal sen. Emilio Nicola Buccico (An) - che è anche sindaco di Matera dal giugno scorso - e da altri indagati nelle indagini coordinate dal pm di Catanzaro, Luigi De Magistris. Buccico e altri indagati si sentirono diffamati dalle notizie pubblicate sull'inchiesta "toghe lucane" e dai riferimenti alle loro persone in relazione ad altre gravi vicende avvenute in Basilicata negli anni scorsi, compresi fatti di sangue.
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