Una donna di 36 anni ha perso la vita nello schianto di un furgone sulla Bradanica fra San Nicola di Melfi e Lavello, stava andando a lavorare nei campi. Altre 10 braccianti sono rimaste ferite. I sindacati: strade insicure
13 Giugno 2007
POTENZA - Carmela Auciello, di 36 anni, di Anzano di Puglia (Foggia) - è morta e altre dieci sono rimaste ferite (tutte in modo lieve), in un incidente stradale avvenuto per cause imprecisate stamani, all'alba, sulla strada a scorrimento veloce Bradanica, fra l'area industriale di San Nicola di Melfi e Lavello, in provincia di Potenza. Auciello e le altre donne - tutte braccianti dirette nei campi della zona - erano a bordo di un furgone che si è scontrato con una cisterna. Le donne ferite sono state medicate nell'ospedale di Melfi.
I SINDACATI INVOCANO SICUREZZA SU STRADE
Cordoglio dei sindacati lucani per la morte in un incidente stradale della bracciante foggiana Carmela Auciello che ha perso la vita stamane sulla strada che la portava ai campi dove lavorava. Il segretario regionale della Uila Uil, Gerardo Nardiello, ripropone la questione «del rafforzamento della prevenzione e della sicurezza per i lavoratori, sui luoghi di lavoro come sulle strade di collegamento per raggiungere il lavoro. Sono infatti numerosi i lavoratori che perdono la vita in incidenti stradali. Nello specifico - aggiunge - la viabilità di San Nicola di Melfi, come purtroppo sanno gli operai della Sata e delle industrie dell'indotto, è estremamente pericolosa e ha registrato già troppe vittime». Per Nardiello «quanto al trasporto della manodopera bracciantile che in questo periodo è impiegata nelle aziende agricole appulo-lucane, del Lavellese e Melfese come del Foggiano, per l'avvio della stagione delle grandi campagne di raccolta dei prodotti ortofrutticoli, è comunque necessario intensificare ogni tipo di controllo». Per Antonio Lapadula, segretario generale della Fai Cisl Basilicata, «è l'ennesimo tragico episodio dell'interminabile scia di sangue che continua a funestare il mondo del lavoro agricolo». Lapadula invoca «meno proclami e formali dichiarazioni di cordoglio e più impegno sul fronte della prevenzione e della repressione dei comportamenti che mettono a rischio quotidianamente la vita dei lavoratori».
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